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ETF Grecia: il Miglior ETF per Investire nella Borsa dei Atene

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ETF Grecia Lyxor

La borsa di Atene rappresenta un mercato azionario molto piccolo, all’interno dell’Europa. La sua caratteristiche principale è quella di essere molto volatile, e quindi adatta ad un pubblico di speculatori o di investitori alla ricerca del “brivido”.

Invece di avventurarti nell’acquisto delle singole azioni puoi scegliere il miglior ETF Grecia disponibile sul mercato. In questo modo prenderai posizione sull’intera borsa di Atene senza dover operare su un mercato estero e senza correre il rischio di avere un portafoglio troppo concentrato.

Investire in Grecia?

La Grecia è uscita da una crisi economica fortissima, provocata dalle misure di Austerity imposte dalla Troika qualche anno fa. Per risanare le finanze pubbliche totalmente fuori controllo, il Governo ha imposto misure draconiane tagliando la spesa e incrementando le tasse.

Sebbene ora il Paese non rappresenti più una mina vagante per l’Unione Europea, investire in Grecia rappresenta un grosso rischio a causa della volatilità dell’indice sottostante.

Io ti consiglio, per prima cosa di stilare un piano di investimento efficace e attenerti a quello. Se all’interno del disegno complessivo c’è spazio per investimenti a più alto rischio, ha senso detenere, per piccoli importi, un ETF sulla Grecia. In caso contrario, se il tuo programma è più conservativo evita pure di acquistare un ETF Grecia.

Lyxor: il Miglior ETF per Investire nel Mercato Azionario della Grecia

Il miglior ETF per investire in Grecia è senza dubbio il Lyxor FTSE Athex Large Cap – FR0010405431. Si tratta di un prodotto a distribuzione dei proventi e a replica sintetica che clona l’indice FTSE/Athens Stock Exchange Large Cap Net Total Return Index della borsa di Atene.

L’indice è composto da 25 società greche che hanno un rendimento da dividendo pari al 3,38%.

Ecco i settori più rappresentati all’interno dell’indice e, di conseguenza, dell’ETF:

  • Beni di prima necessità: 26,10%
  • Finanza: 18,60%
  • Consumi voluttuari: 16%
  • Comunicazioni: 12,50%.

Il costo annuo di gestione è dello 0,45% e questa la sua performance storica:

ETF Grecia - Lyxor FTSE Athex Large Cap

Due Motivi per Investire nell’ETF Grecia

La quotazione dell’indice è piuttosto bassa e ciò si riflette in un elevato margine di sicurezza per l’investitore. Nonostante le difficoltà che il Paese ha fronteggiato e che si trova ad affrontare, le aziende elleniche producono utili e il loro livello di valutazione è piuttosto modesto.

L’indice Price/Earning è fermo a 9,40 contro una media storica di 11,70 ed un livello dell’indice riferito all’Europa nel suo complesso di 14.

In dieci anni l’ETF ha perso l’80% del proprio valore per cui i margini di apprezzamento sono davvero notevoli se l’economia continuerà a crescere.

Due Motivi per Evitare la borsa di Atene

L’ETF presenta una notevole volatilità pari al 36% circa: il doppio della volatilità associata all’indice azionario globale MSCI World.

Il mercato greco è inoltre molto volatile e amplifica le variazioni del mercato azionario europeo. Ciò significa che qualora dovesse arrivare una recessione o un rallentamento forte dell’economia del Vecchio Continente che facesse scendere le quotazioni, l’ETF Grecia subirebbe un crollo non indifferente. Ciò avverrebbe nonostante il livello dell’indice sia piuttosto “cheap”.

Conculsioni

La borsa di Atene è un mercato volatile e rischioso. Dovendo scegliere preferirei comunque comprare un ETF Grecia piuttosto che i BTP Greci, perché nel primo caso il guadagno atteso se l’economia cresce è maggiore.

Non è tuttavia indispensabile investire nell’azionario ellenico per costruire un portafoglio equilibrato. Se sei alla ricerca di idee per investire permettimi di aiutarti in modo gratuito con il corso via email IC Warm Up.

Se vuoi iniziare ad impostare un metodo che ti permetta di investire da solo in modo semplice, ti suggerisco il corso video gratuito A Scuola di Investimenti.

Giacomo Saver

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Azionario Internazionale: i Migliori ETF per Investire nell’MSCI World Index

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msci-world-index

 

Articolo aggiornato l’11 dicembre 2018

Le azioni internazionali sono noiose: hanno una modesta volatilità e non danno il brivido delle forti oscillazioni giornaliere, ma investire nell’indice globale MSCI World è semplice e conveniente grazie ad una sua caratteristica unica. L’indice sale quasi sempre, e quando scende lo fa per periodi limitati di tempo.

Perché Investire nell’Azionario Internazionale

Inserire in portafoglio un paniere di azioni globali presenta grandi vantaggi. Anzitutto la volatilità dell’investimento si riduce, grazie alla grande diversificazione. Ciò rende meno importante il market timing, ossia la scelta del momento ottimale in cui entrare e uscire dal mercato.

In secondo luogo poiché l’indice si muove pigramente verso l’alto non è necessario fare molte movimentazioni all’interno del portafoglio. Una volta decisa la quota azionaria ottimale da detenere puoi vivere tranquillo e dedicarti ad altro.

Il ventennio che va dal 1999 al 2017 è stato molto difficile:

  • il biennio 2001 – 2002 ha visto l’implosione della bolla high tech
  • il biennio 2007 – 2009 ha visto l’esplosione della più grande crisi finanziaria dal Dopoguerra.

Ciò nonostante l’indice azionario internazionale MSCI World, in euro, è cresciuto del 5,53% annuo composto, tenuto conto del reinvestimento dei dividendi.

Il grafico che segue mostra una cosa interessante:

azioni-internazionali-msci-world-index

L’indice ha subito mediamente un ribasso ogni tre anni,  (scala di sinistra), mentre per la metà delle volte ha riportato un guadagno superiore al 10% (scala di destra). Ogni 6 anni mediamente c’è un ribasso di oltre il 10%, recuperato negli anni successivi.

L’indice MSCI World

Composizione Geografica

L’indice MSCI World rappresenta un paniere composto da oltre 1.600 azioni internazionali. E’ anche il parametro oggettivo con cui si confrontano i fondi azionari internazionali, senza riuscire ad ottenere gli stessi rendimenti.

A livello fondamentale l’indice risulta in una zona neutra. Con un rapporto prezzo/utili di 19 e un rapporto prezzo/valore contabile di poco superiore a 2 le azioni globali non sono più a buon mercato, ma nemmeno sopravvalutate. Se teniamo conto del fatto che nel tempo l’indice è sempre salito, pur subendo ribassi temporanei, oggi è ancora un buon momento per investire nell’azionario internazionale.

E’ però importante mettere in conto che nei prossimi anni probabilmente ci sarà un ribasso di importo superiore al 10% con picchi massimi di caduta anche superiori al 30%. Ma se cerchi i migliori investimenti di lungo periodo questo non deve per nulla preoccuparti.

A livello geografico l’MSCI World vede una predominanza delle azioni Usa, che pesano per il 60% dell’indice grazie anche ai rialzi degli ultimi anni. Seguono il Giappone con l’8,66%, il Regno Unito con il 6,33%, la Francia con il 3,94% e la Germania con il 3,46%. L’Italia rappresenta meno dell’1% dell’indice a motivo delle ridotte dimensioni del mercato azionario domestico.

Analisi Settoriale

Il settore più importante è quello della tecnologia (IT, information Technology), che pesa per il 18,66% seguito dalla finanza che rappresenta il 16,73%. Seguono i consumi discrezionali (12,830%) e settore della salute (12%). La limitata presenza di servizi di pubblica utilità rende l’indice poco sensibile ai rialzi dei tassi di interesse.

L’indice azionario internazionale MSCI World permette di investire nella intera economia mondiale, con esclusione dei soli Paesi Emergenti. Se vuoi includere anche questi nel tuo investimento hai due possibilità:

  • usare l’indice MSCI AC World che comprende anche una selezione di Economie in via di Sviluppo
  • affiancare l’indice MSCI World all’indice MSCI Emerging Markets.

I Rendimenti dell’Indice e Quello degli Investitori

Nel decennio che va dal 2008 al 2018 il rendimento medio annuo composto del MSCI World Index in euro è stato del 7,71% senza tenere conto dei dividendi e del 10,60% tenendo conto del reinvestimento dei proventi.

Ma quali sono stati i rendimenti ottenuti dagli investitori in questo periodo di tempo? Ho fondate ragioni di credere che il guadagno effettivo sia stato molto inferiore, forse pari alla metà ed anche meno.

Un primo gruppo di investitori ha perso quota cercando di battere il mercato, ossia entrando ed uscendo spesso dall’indice comprando e vendendo strumenti finanziari che investono nell’azionario internazionale. I costi di compravendita e le tasse hanno distrutto la performance ottenibili dall’investitore.

Un secondo gruppo è caduto nella trappola dei fondi comuni di investimento. Dei 297 prodotti che hanno almeno 10 anni di storia, 201 hanno avuto un rendimento superiore all’indice MSCI World senza contare i dividendi. La percentuale di fondi “vincenti” nel passato è del 68%. Se però teniamo conto dei dividendi la percentuale di fondi che ha battuto l’indice scende al 10%.

Solo 31 dei 297 fondi disponibili dieci anni fa sono riusciti a generare rendimenti superiori a quelli dell’indice stesso. Una vera sconfitta, se tieni conto del fatto che non ho preso in considerazione i costi di ingresso. Il 5% di commissione di entrata avrebbe ridotto a 20 su 297 i fondi vincenti.

E’ interessante notare che la differenza di performance dell’indice prodotta dal reinvestimento dei dividendi è pari al 2,89% annuo, circa il costo di gestione dei fondi azionari internazionali.

L’importanza del reinvestimento dei dividendi salta ancora di più agli occhi se prendiamo in considerazione i quindici anni che vanno dal gennaio 2000 al dicembre 2015. Durante questo periodo l’indice MSCI World ha reso, in euro, lo 0,75% annuo composto. Non a caso si è parlato di decade perduta nei mercati azionari. Considerando il reinvestimento dei dividendi il rendimento cresce al 3,30% medio annuo.

La differenza di performance tra le due versioni dell’indice si attesta al 2,55%, una somiglianza straordinaria con il 2,89% del decennio 2008 – 2018.

I fondi azionari internazionali bruciano la performance del MSCI World Index confiscando, attraverso i costi di gestione, l’intero reddito prodotto dai dividendi.

I Migliori ETF Azionari Globali sull’MSCI World

Esistono diversi ETF che ti permettono di investire nel mercato azionario internazionale. Alcuni di essi sono più efficaci, altri meno. Ma la scelta di usare prodotti a basso costo invece dei tradizionali fondi comuni a gestione attiva risulta essere vincente.

Su Borsaitaliana sono disponibili molti ETF per investire a basso costo nell’indice azionario internazionale. Ti faccio un elenco dei prodotti disponibili:

  • Amundi Msci World – LU1681043599
  • Ishares Msci World – IE00B0M62Q58
  • Ishares Core Msci World – IE00B4L5Y983
  • Ishares Edg Msci Wd Min Volatility – IE00B8FHGS14
  • Ishares Msci World Eur Hdg – IE00B441G979
  • Lyxor Msci World – FR0010315770
  • Xtrackers Msci World – IE00BJ0KDQ92
  • Xtrackers Msci World – LU0274208692
  • Xtrackers Msci World Eur Hed Swap – LU0659579733

Hai un patrimonio di almeno 100.000 € e vuoi investire, tra l’altro, nel miglior ETF azionario globale sul MSCI World? ==> https://www.segretibancari.com/ic-warm-up/

Giacomo Saver – Segretibancari.com

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Cosa Non Sai sull’Obbligazione Banca Mondiale 2023

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Obbligazioni sostenibili banca mondiale - segretibancari.com

La World Bank, nota in Italia come Banca Mondiale, ha emesso un’obbligazione sostenibile con scadenza 2023 legata all’indice SOLACTIVE HUMAN CAPITAL WORLD.
Il bond sembra conveniente, ma prima di decidere occorre conoscere.

Cosa è e Cosa fa la Banca Mondiale

La World Bank è stata fondata nel secondo Dopo Guerra con l’obiettivo di finanziare la ricostruzione degli Stati devastati dal conflitto, in particolare Europa e Giappone.
Con il passare del tempo l’attenzione della  Banca Mondiale si è spostata all’aiuto degli ex Stati comunisti e ai Paesi Emergenti.
L’obiettivo della Banca consiste nella riduzione della povertà.
Per raggiungere questo obiettivo la Wolrd Bank raccoglie denaro emettendo obbligazioni.

Il Solactive Human Capital World MV Index

E’ un indice composto da azioni di società “socialmente responsabili”, ovvero che posseggono due requisiti, la cui assenza ne impedisce la partecipazione all’indice stesso.
In primo luogo le aziende devono possedere una elevata equità lavorativa (accettazione della “diversità” dei lavoratori, equa remunerazione e condizioni di lavoro sicure).
In secondo luogo le aziende  devono possedere requisiti etici elevati: avere una catena di approvvigionamento responsabile, equità fiscale e rispetto dei valori umani.

L’indice è il “sottostante” dell’obbligazione Banca Mondiale che ora esamineremo.

Obbligazione Banca Mondiale Dicembre 2023 – XS1917880285

Le obbligazioni sostenibili della Wolrd Bank hanno una durata media. Ciò significa che eventuali rialzi dei tassi di interesse avranno, a parità di tutte le altre condizioni, effetti limitati sulla quotazione.
Il tasso di interesse è il 4% annuo, il cui pagamento è incondizionato il primo anno, mentre dipende dall’andamento dell’indice sottostante nei restanti quattro.

L’Effetto Memoria delle Obbligazioni Sostenibili

Il pagamento delle cedole successive alla prima avviene solo se l’indice Solactive Human Capital World si trova su un valore superiore rispetto a quello registrato nel momento dell’emissione del bond, a dicembre 2018.
Se, ad una data intermedia, l’indice è in perdita nessun interesse verrà pagato, ma ci sarà un credito virtuale pari alla cedola che potrà essere monetizzato non appena si verificherà l’evento.

Immagina, ad esempio, che a dicembre 2020 l’indice si trovi su un livello più basso di quello attuale. 
In questo caso la cedola non sarà pagata ma l’effetto memoria ne garantirà il “ricordo” in occasione della data successiva.
Se l’indice si troverà su un livello superiore a quello iniziale a dicembre 2021, l’investitore incasserà l’8% lordo, corrispondente al 4% sui due anni.

Qualora l’indice non si riportasse mai al livello iniziale, l’obbligazionista non prenderebbe più alcuna cedola, fatta salva la prima che verrà pagata in ogni caso.

Banca Mondiale Obbligazioni: Vantaggi e Punti Deboli

Investire nell’obbligazione World Bank 2023 ha due grandi vantaggi:

  • l’elevata qualità dell’emittente, dotato di un Rating AAA
  • la tassazione agevolata al 12,50% invece che il 26%

A fronte di ciò ci sono alcuni importanti elementi di rischio, che a mio avviso non sono adeguatamente sottolineati dalle comunicazioni promozionali.

Anzitutto il titolo è denominato in dollari e quindi esiste il rischio perdite qualora la valuta statunitense perdesse valore nei confronti dell’euro.
In secondo luogo la redditività del bond potrebbe essere compromessa dal cattivo andamento dell’indice sottostante.

Qualora il Solactive Human Capital World dovesse scendere, il rendimento lordo del bond precipiterebbe dal 4 al 2,40% lordo, sempre in dollari.
La redditività finale per l’investitore in euro dipende dall’andamento del tasso di cambio in occasione del pagamento delle cedole e del rimborso del capitale.

Conclusioni

L’obbligazione Banca Mondiale è sicuramente di impatto per gli investitori. Essa è rassicurante grazie alla solidità dell’emittente e della valuta, e ci fa “stare bene” se pensiamo alla componente etica che essa racchiude.
Tuttavia la sua redditività, non elevata per un titolo in dollari, potrebbe scendere rapidamente qualora il sottostante perdesse valore nel corso degli anni.

Giacomo Saver – Segretibancari.com

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Azioni Novartis: Conviene Investire nel Settore Farmaceutico con le Novartis?

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Novartis è una società svizzera operante nel settore farmaceutico. La sua attività principale consiste nello sviluppare medicinali oncologici, farmaci generici e specifici.
Dallo scorso 5 ottobre anche in Italia è possibile pubblicizzare farmaci da banco sui social media come Facebook ed Instagram.
Facile immaginare come saranno le società che operano nel settore dell’automedicazione a beneficiare della novità. E Novartis è tra queste.

I Punti di Forza di Novartis

La recente acquisizione della francese Advanced Accellerator, attiva nella medicina nucleare molecolare, ha portato in dote un farmaco contro i tumori intestinali non operabili.
Novartis è entrato nel settore della terapia genica per malattie rare grazie all’acquisizione della statunitense AveXis.
Le azioni Novartis saranno oggetto di un buyback da parte della stessa società.

I Punti di Debolezza di Novartis

Il farmaco Aimovig, introdotto per curare l’emicrania cronica, è molto costoso e non sta dando i risultati attesi.
L’autorità americana preposta al controllo dei farmaci non ha approvato il rituximab, un farmaco biosimilare per la cura dell’artrite reumatoide.
Il margine operativo lordo è in declino.

I Fondamentali delle Azioni Novartis

La situazione finanziaria del gruppo è piuttosto solida. Il rapporto liquidità/debito è pari allo 0,49, dato inferiore sia alla media del settore farmaceutico sia allo storico della stessa Novartis.
La redditività aziendale è molto buona: il ROE (Ritorno sul capitale proprio) è del 18% , ben al di sopra della media (sia del settore sia dell’azienda medesima).
L’utile netto nell’ultimo anno è in forte crescita, ma resta “altalenante” se guardiamo gli ultimi dieci anni.
I dividendi sono cresciuti del 4% negli ultimi 5 anni, il rapporto Prezzo/Utili è di 15, più basso rispetto all’intero settore farmaceutico ma allineato con la media storica.
Gli investitori istituzionali detengono solo il 14% delle azioni Novartis.

L’Andamento della Quotazione delle Azioni Novartis

Il grafico che segue mostra l’andamento del titolo in borsa negli ultimi cinque anni:

andamento grafico azioni novartis- segretibancari.com

Come puoi vedere il prezzo ha imboccato un deciso trend rialzista e ora si trova in prossimità dei massimi degli ultimi 3 anni.
Il guadagno da inizio anno 2018 è del 13%, e la volatilità contenuta (16% a dieci anni).
Chi ha comprato le azioni nel momento di picco, ha subito una discesa del 35%, nel punto di massimo pessimismo successivo.

Chi Compra e chi Vende le Novartis?

E’ utile conoscere i nomi degli insider che hanno comprato o venduto il titolo negli ultimi mesi, per farsi un’idea più ampia. Ecco chi ha comprato:

  • Steven Cohen
  • Dodge & Cox
  • Ken Fisher
  • Primecap Management
  • John Rogers

E chi ha venduto:

  • Jim Simons
  • Tweedy Browne
  • Sarah Ketterer
  • Jeremy Grantham
  • Chris Davis

I Due Migliori ETF per Investire in Azioni Novartis

Lyxor suMsci World Health Care

Lyxor Etf Msci World Health Care – LU0533033238 è specializzato in azioni di società operanti nel settore farmaceutico a livello mondiale.
Il peso delle azioni Novartis all’interno dell’indice replicato, e di conseguenza dell’ETF, è del 3,61%.
I vantaggi del prodotto Lyxor risiedono nella diversificazione geografica ma non in quella settoriale.

Amundi Msci Europe

L’ETF Amundi MSCI Europe – LU1681042609 è uno dei prodotti meno costosi per investire nel mercato azionario europeo.
Il peso delle azioni Novartis all’interno dell’indice è del 2%.
Il vantaggio dell’ETF è la grande diversificazione settoriale, ma non quella geografica.

Giacomo Saver – Segretibancari.com

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Perché Investire in BTP

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Investire in BTP alletta gli italiani. Con la risalita dello spread il BTP 2037 rende il 2,88% netto; il BTP 2046 e il 2067 oltre il 3%. Ma quali sono i rischi e quali le opportunità di investire oggi nel debito pubblico italiano?

Come i BTP hanno Superato il PIL

Il 27 settembre 2018 il Governo ha annunciato le cifre della Manovra economica: 40 miliardi di Euro, pari al 2,40% del Pil.
Si tratta di uno scostamento elevato e significativo rispetto allo 0,80% programmato che ha aperto uno scontro con la Commissione Europea.
Da un lato i politici italiani vogliono dimostrare che la cura dell’Austerity non funziona; dall’altro la Commissione teme un vero e proprio effetto contagio verso il resto dell’Europa.

A luglio 2018 il rapporto tra debito pubblico e Pil arrivava al 130%. Investire oggi in BTP è diventato tutto ad un tratto molto rischioso e i timori di default dell’Italia sono cresciuti, ma non era sempre così.
Nel 1974 il rapporto debito/Pil arrivava al 54,50%. Nel 1994 tale rapporto era al 124,30%.

La ragione per cui l’indebitamento è cresciuto così tanto è da ricercarsi in due fattori: il Welfare State e la salita degli interessi. Dal 1995 il così detto “saldo primario” è sempre stato positivo, ma una volta considerati gli interessi sul debito esistente l’Italia ha riportato un deficit.

Perché, allora, investire in BTP oggi, se un debito così alto sembra comprometterne la stabilità?

I BTP e lo Spread

Il differenziale tra il rendimento del BTP decennale e quello di un Bund tedesco è una grossolana misura della rischiosità percepita del nostro Paese.
Il termine “spread” è diventato di dominio pubblico solo nel 2011, quando l’impennata dei rendimenti richiesti dal mercato per investire nei nostri BTP arrivò al 5%, ossia a 500 punti base.
Lo spread ha iniziato la sua ascesa, dopo un periodo di relativa stabilità, nella primavera del 2018, quando lo scontro tra il Governo Italiano e la Commissione Europea si faceva più intenso.
Nel momento in cui scrivo si aggira intorno ai 300 punti base, ben al di sotto della soglia dei 400 punti.
Sebbene uno spread a 300 punti non sia sostenibile nel lungo andare, come ha sottolineato il Governatore della Banca d’Italia, non siamo in una zona di pericolo. Mentre il rendimento dei BTP è elevato, in relazione ai tassi offerti da titoli simili.

Chi Compra i BTP?

Uno dei principali acquirenti dei BTP sono le banche italiane. Esse ne hanno in portafoglio per 370 miliardi di Euro. I titoli sono stati comprati principalmente durante la crisi del 2011, quando i loro rendimenti erano davvero allettanti.
A fianco delle aziende di credito abbiamo gli investitori esteri, la cui presenza si è ridotta a partire dall’estate 2018 e i privati cittadini.
Questi ultimi sono di particolare interesse da parte del Governo, che vuole coinvolgere gli investitori italiani attraverso misure ad hoc.

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La presenza degli investitori esteri sarà fondamentale nel 2019. Solo se ci saranno soggetti disponibili a investire in BTP comprando i titoli di nuova emissione, i bond vecchi potranno essere rimborsati.
Secondo fonti autorevoli, come JP Morgan, il debito pubblico italiano è sostenibile ed offre buoni rendimenti per cui la banca d’affari definisce “buoni” i fondamentali del nostro Paese.

In Quali BTP Investire

Se vuoi investire in titoli del debito pubblico italiano hai due strade per farlo. La prima consiste nello scegliere i BTP Migliori. La seconda strada nell’usare un ETF su BTP.
Se sei un investitore particolarmente preoccupato della possibile uscita dell’Italia dall’Euro e vuoi tutelarti, ecco una serie di BTP senza la clausola di azione collettiva (Cac’s)
La Cac’s è quella postilla che prevede che lo Stato italiano possa rinegoziare il debito pregresso, ridenominandolo in una valuta diversa, cambiandone il tasso o allungando le scadenze.

I BTP protetti senza Cac’s

L’elenco che segue è una selezione dei BTP senza clausola di azione collettiva. Essi sono particolarmente indicati per gli investitori “paurosi”.

  • BTP 2035 – IT0003745541
  • BTP 2027 – IT0001174611
  • BTP 2023 – IT0004356843

Gli ETF per Investire in BTP

Se vuoi comprare BTP usando gli ETF avrai una maggiore efficacia nella diversificazione per scadenza. Ecco i migliori ETF per investire in titoli di Stato:

  • Xtrackers Ii Italy Govt Bond – LU0613540185
  • Lyxor EuroMTS 10Y Italy BTP Government Bond – LU1598691217
  • Xtrackers Ii Ital Gov Agg – LU0613540698

Risorse Utili

Giacomo Saver

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Cosa Nascondono i Migliori ETF sulla Cina

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investire in cina- i migliori ETF China

Come Investire in Cina con gli ETF. Una scelta saggia che ti permetterà di ridurre i costi rispetto ai tradizionali fondi di investimento a gestione attiva. Ma cosa nasconde la borsa cinese, il più importante degli indici asiatici?

Perché Investire in Cina (o no?)

La Cina, secondo alcuni economisti, diventerà il più importante mercato al mondo. La sua crescita negli ultimi anni è stata eccezionale, con un PIL in salita di oltre il 10%.
Sebbene il tasso di crescita si sia fermato al 6%, investire nell’azionario cinese significa prendere parte ad un’economia in forte espansione, ma dall’andamento piuttosto volatile.
Lo Yuan si è svalutato del 5,50% contro dollaro nel 2018,  fornendo una spinta alle esportazioni.

La Guerra Commerciale voluta da Trump ha però affossato i listini, mentre ombre si agitano all’orizzonte. A novembre 2018 la crescita delle vendite al dettaglio è stata la più bassa dal 2003.
Le immatricolazioni di nuove auto sono crollate del 10%, mentre la produzione industriale ha rallentato del 5,40%, il minimo degli ultimi tre anni.

La Cina si sta mostrando più debole del previsto a causa della politica di forte riduzione del debito che ha accompagnato la crescita del colosso asiatico.

I Dati del Mercato Azionario Cinese

Prima di esaminare quali sono i migliori ETF per investire in Cina, diamo un’occhiata ai dati del mercato finanziario per fare una valutazione di carattere generale.

Con un Price/Earning di 12,08 l’azionario cinese non è affatto sopravvalutato. Certo occorrerà vedere quali saranno gli effetti dei dazi di Trump nel lungo periodo, ma partire da valutazioni contenute è senza dubbio un ottimo inizio.

Il rendimento da dividendo (dividend yield) è pari al 2,61% mentre gli utili per azione sono cresciuti nel 2017 dell’11,45% rispetto ai dati del 2016.

I Migliori ETF China

Investire in Cina con gli ETF è la scelta più saggia che tu possa fare. Evitando i fondi comuni che la tua banca ti vende allo sportello non patirai le elevate commissioni che gli investitori incauti regalano al proprio intermediario.

Scopri Come Investire in Modo Saggio

La scelta degli ETF China è ampia, per cui ho fatto per te una selezione dei migliori strumenti disponibili su Borsa Italiana.

Lyxor Cina: Lyxor China Enterprise – FR0010204081

L’ETF Lyxor China costa lo 0,65% l’anno in termini di commissioni di gestione. E’ un prodotto a replica sintetica, ossia il fondo non detiene materialmente le 50 azioni che compongono l’indice Hang Seng China Enterprises Index Net Total Return Index.

L’ETF è ad accumulazione, ossia non distribuisce dividendi periodici ma li reinveste.

I settori merceologici più rappresentati sono:

  • Finanza (54,5%)
  • Servizi di Telecomunicazione (16,80%)
  • Energia (11,70%)

L’indice della borsa cinese che l’ETF replica è piuttosto concentrato a causa del ridotto numero di componenti.
I primi tre titoli (China construction bank – h, Ping An insurance group – h e Ind & comm Bank of China – h) coprono il 29% dell’indice.

Il rendimento medio annuo composto dell’ETF Lyxor è stato del 5,97% negli ultimi 10 anni e del 4,99% negli ultimi cinque.
La volatilità è stata del 20% sia su 5 sia su 10 anni.

Se fossi entrato nel momento peggiore il ribasso successivo avrebbe ridotto il tuo investimento del 50%.

Lyxor Hong Kong – FR0010361675

Anche questo ETF è a replica sintetica, poiché non detiene fisicamente i titoli che compongono l’indice Hang Seng Index Net Total Return Index.
Il costo annuo di gestione è lo 0,65%.

L’ETF è a distribuzione dei proventi: ogni sei mesi paga un dividendo che ti sarà accreditato sul conto corrente automaticamente.

I settori merceologici più importanti sono:

  • Finanza (47,70%)
  • Servizi di Telecomunicazione (15,80%)
  • Immobiliare (12,40%)

L’ETF è parecchio concentrato, come nel caso precedente, ma cambiano le azioni più rappresentate.
I tre titoli principali sono: HSBC Holdings, Tencent Holdings e Aia group.

Il rendimento medio annuo composto è stato del 10% annuo negli ultimi dieci anni e dell’8,92% negli ultimi cinque.
La volatilità è stata del 16% sia sui dieci anni sia sui cinque.

Se avessi comprato l’ETF China nel momento peggiore avresti subito, nel ribasso successivo, una perdita del 40%.

iShares China Large Cap – IE00B02KXK85

L’ETF è a replica fisica. Il fondo detiene quindi le 50 azioni che compongono l’indice FTSE China 50 Index.
Il costo annuo di gestione è dello 0,74% mentre i dividendi sono pagati trimestralmente.

Ecco i settori più importanti in cui l’indice (e l’ETF) investono:

  • Finanza (45,55%)
  • Servizi di Telecomunicazione (19,22%)
  • Energia (11,48%)

Sebbene sia concentrato, l’indice lo è meno rispetto ai casi precedenti. I tre principali titoli (China construction bank, Tencent Holdings e Ind & comm Bank of China) rappresentano il 25% del totale.

Il rendimento medio annuo  composto è stato del 7,33% negli ultimi dieci anni e cinque anni, mostrando una relativa stabilità.
La volatilità è stata del 18% sia su 5 sia su 10 anni.

Comprando l’ETF Cina nel momento peggiore avresti subito un ribasso massimo del 47% negli anni successivi.

Xtrackers Ftse China 50 – LU0292109856

Il costo annuale di gestione è dello 0,60% e l’indice replicato è il FTSE CHINA 50 TR INDEX. La replica è fisica e i componenti sono gli stessi dell’iShares.
L’ETF è ad accumulazione, ovvero capitalizza i dividendi e non distribuisce proventi periodici.

Il rendimento medio annuo composto  a 10 anni è stato del 7,84%. Negli ultimi 5 anni l’ETF ha reso l’8,14%.
La volatilità è stata del 18% sia a cinque sia a dieci anni.

Avessi comprato l’ETF China nel momento peggiore avresti dovuto fronteggiare un ribasso del 47% in occasione delle discese successive.

Conclusioni sugli ETF China

Investire in Cina con gli ETF è semplice e conveniente. Tuttavia i diversi strumenti disponibili presentano delle differenze sostanziali sia in termini di concentrazione, sia sulla base delle composizione settoriale e delle azioni principali che li compongono.
Conoscere ciò che si fa è importante per investire in modo consapevole ed indipendente.

Risorse UTILI

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Giacomo Saver

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Cash Collect: 5 Cose che la tua Banca non Vuole che tu Sappia

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I Segreti dei certificati di investimento cash collect

I certificati di investimento (investment certificates) cash collect sono prodotti finanziari complessi da capire e più rischiosi di quanto sembri. Sebbene qualche consulente senza scrupoli li paragoni alle obbligazioni, essi sono una scommessa asimmetrica sul mercato azionario.

Cosa Sono e Come Funzionano i Cash Collect?

La nostra storia inizia con bassi tassi di interesse sul mercato dei bond. Poiché gli investitori non accettano che un BTP decennale renda “solo” il 3%, si affannano a cercare alternative in grado di produrre delle CEDOLE elevate. E le banche sono pronte a correre in aiuto di questi investitori con i cash collect.

I cash collect sono strumenti finanziari derivati, emessi da una banca, che garantiscono il pagamento del valore nominale alla scadenza, più uno o più premi nel durante, a condizione che il sottostante del contratto non sia sceso oltre un certo limite.

Per capire meglio come funzionano questi strumenti, devi fare tuoi alcuni semplici concetti:

  • SOTTOSTANTE: è il titolo o l’indice azionario cui è legato il certificate
  • STRIKE: è il valore che il sottostante assume al momento dell’emissione del cash collect
  • BARRIERA: è la perdita massima raggiunta la quale il certificate non garantisce più la restituzione del valore nominale
  • PREMIO: è l’ammontare fisso che il certificato paga.

4 Cose che la tua Banca non ti Dice sui Certificati Cash Collect

E’ facile capire come mai le banche cerchino di vendere a piene mani questi prodotti. Lo facevano già dieci anni fa, quando ancora facevo parte dei bancari, prima di fondare questo sito. Figuriamoci oggi.

I cash collect sono prodotti opachi e inutilmente rischiosi che, forse, eviterai di sottoscrivere quando avrai scoperto alcune cose che il sistema finanziario scrive in piccolo nei prospetti che nessuno legge.

I Cash Collect incorporano due volte il rischio emittente

Investire in una singola azione comporta un rischio specifico legato alla vicenda della società sottostante. Non solo perdi tutto il tuo capitale se questa fallisce, ma potrai incorrere in perdite parziali anche se il titolo scende di valore.

Chiunque abbia delle azioni (o delle obbligazioni) in portafoglio corre il rischio emittente. Chi compra certificates corre due volte lo stesso rischio, perché avere un cash collect su ENI non equivale, nel peggiore dei casi, ad avere azioni ENI.

Poiché i certificates sono prodotti finanziari emessi da una banca, essi comportano anche un rischio di controparte. Se la banca emittente va in default perderai comunque il tuo capitale, anche se il sottostante è “sanissimo”.

Lo Sfondamento della Barriera Trasforma il Sicuro Certificate in un’Azione in Perdita

Una delle ragioni per cui per le banche è semplice collocare i cash collect sta nel fatto che essi vengono assimilati alle obbligazioni. In fondo, ti dice il consulente, essi pagano dei premi più il capitale alla scadenza.

Purtroppo questo è solo un pezzo della storia. Affinché il certificate rimborsi il suo valore nominale occorre che il sottostante non sia mai sceso sotto la barriera.

E’ vero che la barriera corrisponde ad una perdita difficilmente realizzabile dal sottostante, ma stai attento. Se il titolo cui il cash collect è collegato perde molto valore, tu rinunci alla protezione proprio nel momento in cui ne avresti più bisogno.

Se il sottostante cresce tu prendi solo i “premi” di importo fisso e nulla di più. Se il sottostante perde tu sopporti la medesima perdita di coloro i quali hanno investito in azioni.

I cash collect sono scommesse asimmetriche sul futuro andamento del titolo sottostante. Se questo cresce il guadagno è limitato, se questo scende oltre la barriera prendi tutta la perdita.

La Liquidità dei Cash Collect

Cosa accadrebbe se volessi rivendere prima della scadenza un certificate di questo tipo? Praticamente tutti i cash collect vengono quotati presso borsaitaliana, sul SeDex, e sono negoziabili. Ma chi è disposto a comprare e a vendere?
Nel 99% dei casi i certificates hanno un mercato illiquido, la cui unica controparte è lo stesso emittente. Se è lui il “monopolista” della quotazione esporrà i prezzi che ritiene più opportuni. In assenza di altri operatori che gli facciano concorrenza, a te non resta che prendere la sua offerta o tenerti i titoli.

Le Commissioni Occulte

Le banche affermano che sottoscrivendo i certificates in emissione non sopporti costi, perché il loro prezzo coincide con il valore nominale alla scadenza.
In pratica 100 € nominali di cash collect sono venduti a 100 €. I premi sono la tua ricompensa. Le cose, purtroppo, sono diverse.

Il valore “teorico” del certificato, calcolato secondo modelli matematici piuttosto complessi, è SEMPRE inferiore al prezzo di collocamento. Di solito si va da un minimo dello 0,50% ad un massimo del 3 o del 4%. Questo valore corrisponde alla commissione implicita di vendita.

La commissione implicita di vendita corrisponde all’incirca alla perdita di valore del certificate nei primi giorni di negoziazione degli stessi in borsa.

La prossima volta che senti parlare di un certificate, aspetta che sia quotato sul SeDex e osservane la quotazione. Se vedrai che quello che in collocamento valeva 100 il giorno dopo vale 98 sai perché.

Tre Cose da Verificare PRIMA dell’Investimento

Se scegli di investire in cash collect controlla queste tre cose, che possono fare la differenza tra una dolorosa perdita e un accettabile guadagno.

Il tipo di barriera

I certificates cash collect possono avere due tipi di barriera. Quella all’europea è la migliore, perché la perdita scatta solo se alla scadenza il sottostante è sotto il livello di barriera. Se il titolo perde di più durante la vita del certificate per poi recuperare, sei a posto.

La barriera all’americana prevede che se, in qualunque momento, il sottostante scende sotto il livello di barriera, la garanzia del capitale non è più assicurata. Il certificato ha toccato la barriera? Da quel momento in avanti esso si comporterà come se fosse l’azione sottostante.

A meno di recuperi dell’ultim’ora è quasi certo che subirai una perdita.

La clausola Call

I certificati cash collect di Goldman Sachs, ad esempio, prevedono che l’emittente possa rimborsare il titolo in qualunque momento. L’estinzione anticipata a discrezione della banca implica che da quel momento in poi non prenderai più nulla se non il capitale.

Premi incondizionati e Effetto Memoria

A volte i premi sono pagati a prescindere da cosa fa il sottostante. Altre volte è necessario, che alla data di pagamento della “cedola” il sottostante sia sopra al livello di strike. Se esso è inferiore (ma senza aver sfondato la barriera) il premio non verrà pagato.

La presenza dell’effetto memoria garantisce che se una cedola non è pagata, esse viene memorizzata per la scadenza successiva. Se in tale occasione il sottostante quota ad un livello non inferiore allo strike, le cedole pagate saranno due o più, tenuto conto di quelle rimaste in sospeso.

Conclusioni e approfondimenti

I Cash Collect vanno bene solo nel caso in cui tu abbia delle minusvalenze da recuperare e sia consapevole dei rischi. Meglio comprare sul mercato un certificate evitando di sottoscriverlo in fase di collocamento.

Ecco, per concludere, due utili risorse per te che vuoi imparare ad investire in modo consapevole, semplice ed indipendente ed ha un patrimonio pari o superiore a 100.000 €

  • Iscriviti al video corso gratuito A Scuola di Investimenti per sapere come investire grazie a tecniche semplici ma sofisticate, al riparo dai costi
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Giacomo Saver – Segretibancari.com

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Lehman Brothers: 4 Lezioni dal più Grande Fallimento della Storia

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fallimento e default Lehman Brothers

Il fallimento (default) della Lehman Brothers ha scosso il mondo, nel lontano mese di settembre 2008. Ma come si è arrivati ad un evento così drammatico? E soprattutto, quali rischi covano sotto la cenere dieci anni dopo?

I Segnali Premonitori del Crack Lehman

Esaminando quello che è accaduto con la saggezza del giorno dopo, gli economisti sono arrivati ad una conclusione shoccante. La crisi innescata dai mutui subprime e culminata con il fallimento di molte banche era facilmente prevedibile. Ciò che non era possibile pronosticare erano gli effetti di un fenomeno che avrebbe messo in crisi il mondo intero.

Prima di esaminare quali sono i rischi attuali per il sistema finanziario mondiale, ripercorriamo rapidamente ciò che è accaduto nel periodo che portò il Pianeta alla Grande Recessione.

I Rischi della Finanza Creativa

Già nel 2005 Raghuram Rajan, capo economista del Fondo Monetario Internazionale, sosteneva che i nuovi prodotti finanziari avrebbero reso il mondo più fragile. Il suo scritto, divenuto un libro disponibile in Italia dal 2010 con il titolo “Terremoti Finanziari” fu ridicolizzato dalle autorità americane.

Quello che iniziava ad essere evidente è che il sistema finanziario andava incontro ad un eccesso di indebitamento, nascosto in modo abile con nuovi prodotti finanziari, derivati e no, che usavano il debito pregresso per crearne altro nuovo.

I Fallimenti Bancari

Il 14/9/2007 la banca Northern Rock si trovò a fronteggiare una corsa agli sportelli provocata da un calo della fiducia. Il giorno precedente l’istituto aveva annunciato perdite enormi, spingendo i clienti al ritiro delle somme depositate per paura di subire perdite.

Il 19 gennaio 2008 la banca tedesca WestLB annunciò una perdita colossale di 1 miliardo di Euro, provocata da crediti legati in mutui in forte deterioramento. Le casse di risparmio regionali e lo Stato del Nord-Reno-Westfalia coprirono le perdite, per evitare un buco da 18 miliardi.

Il 14 marzo 2008 è la volta della Bearn Sterns. La banca, che tra l’altro era l’emittente di diverse polizze index linked, si trovò in difficoltà. L’istituto, di fatto fallito, fu salvato grazie all’intervento della Fed di New York e da JPMorgan Chase che l’acquisì a prezzi di saldo.

Il Fallimento della Lehman Brothers e l’Effetto Contagio

Già nella primavera del 2008 la SEC e la FED Usa erano a conoscenza della pericolosa situazione in cui si trovava la banca. Essa, schiacciata dal forte indebitamento, aveva cercato di nascondere la situazione reale attraverso operazioni di pronti contro termine.

Queste permettevano di mostrare artificialmente bilanci puliti dai debiti, mentre in realtà le cose stavano precipitando. Il default arrivò a metà del mese di settembre.

Al fallimento della banca fecero seguito i salvataggi della Compagnia di assicurazione AIG, che aveva assicurato la solvibilità di parecchi emittenti con i CDS, Credit Default Swap. Fannie Mae e Fraddie Mac furono nazionalizzate.

La crisi arrivò in Europa e travolse le banche irlandesi, che furono salvate dal denaro pubblico. Gli effetti furono una crescita notevole dei debiti pubblici nazionali, anche in Italia.

Per scongiurare che l’assenza di liquidità dovuta alla mancanza di fiducia degenerasse portando il mondo in una grave depressione, le Banche Centrali adottarono il Quantitative Easing. Attraverso l’acquisto di titoli di debito con emissione di nuova moneta risolsero la situazione, creando i presupposti per la prossima crisi.

4 Rischi che il Fallimento Lehman ci Consegna

Se la storia è maestra di vita, il più grande default della storia deve pur averci insegnato qualche cosa. Eppure, dieci anni dopo, esistono ancora quattro aree critiche che, se non sanate, potrebbero portare a una nuova e più feroce crisi.

L’Eccesso di Debito

11 mila miliardi di dollari. Tale è la liquidità che le Banche Centrali hanno immesso nel sistema finanziario globale. La presenza di bassi tassi di interesse ha agevolato il ricorso al debito sia da parte delle imprese e delle famiglie, sia degli Stati. Il rientro dall’eccessivo indebitamento è un problema che potrebbe inficiare la redditività di un investimento in obbligazioni.

Illiquidità e Peggioramento del Mercato dei Bond

Chi ha investito solo in obbligazioni non ha molto da stare allegro. La presenza di tassi bassi ha spinto gli investitori a preferire le obbligazioni high yield ai bond più sicuri.

Oltre ad essere aumentato in volume, il mercato obbligazionario è diventato anche più rischioso, perché la compressione dei rendimenti delle obbligazioni non esprime i rischi effettivi che l’investitore corre.

La tendenza a conservare i titoli fino alla scadenza, insieme con le regole limitanti cui gli Stati sottopongono le banche, toglie liquidità al mercato obbligazionario. Qualora dovessi rivendere un titolo prima della scadenza e questo fosse diventato illiquido, avresti seri problemi.

La Disintermediazione Bancaria

Le banche, preoccupate per il miglioramento della loro solidità, hanno smesso di concedere prestiti ai soggetti bisognosi. Questi, per reperire soldi nuovi, si sono rivolti direttamente al mercato finanziario emettendo obbligazioni finite nelle tasche degli investitori attraverso i fondi comuni di investimento.

Il legame diretto tra investitore e impresa fa sì che sia quest’ultimo a correre tutti i rischi. le banche, attraverso le società di gestione, fanno solo da tramite tra le famiglie e le imprese, vendendo alle prime i prodotti finanziari emessi dalle seconde.

La Salita dei Mercati Retta dal Debito

Conosci qualcuno che si è indebitato per investire sui mercati, approfittando dei bassi tassi di interesse? Io purtroppo sì.

Il denaro facile e a basso costo non è stato canalizzato verso l’economia reale. Molti soldi sono finiti sui mercati contribuendo a fare crescere le quotazioni di alcuni titoli ora palesemente sopravvalutati.

Due Modi per Evitare il Peggio

Non so cosa ci riserva il futuro, e non so prevedere se e quando ci sarà una nuova crisi e che portata essa avrà. Quel che è certo è che lo Tsunami travolgerà le persone impreparate.

Il primo modo per contenere i danni e guadagnare nei momenti opportuni consiste nell’affidarsi ad una persona di tua fiducia che abbia ottenuto i risultati che tuo vorresti per te.

Qualcuno che ti dica cosa fare e quando muoverti sui mercati secondo il suo esempio. Se questa è la strada che ritieni più adatta a te, inizia a scoprire dove investire accedendo al corso GRATUITO IC Warm Up.

Il secondo modo per avvantaggiarti delle crisi attraversandole in modo intelligente consiste nell’acquisire le conoscenze necessarie per investire da solo.

Se il tuo obiettivo è imparare come investire, inizia il tuo percorso formativo iscrivendoti al corso GRATUITO A Scuola di Investimenti.

Giacomo Saver- Segretibancari.com

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I Migliori ETF del 2019

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i migliori etf del 2019

Quali sono i migliori ETF del momento? Sebbene non sia utile fare previsioni, ecco i prodotti più interessanti per iniziare a costruire un portafoglio efficace.

I Migliori ETF Azionari

Nel 2019 sarà importante mantenere una quota di azioni più marcata che in passato, per ottenere rendimenti elevati che i bond non sono in grado di offrire.

Per costruire un portafoglio diversificato e ben strutturato, senza la necessità di fare grossi cambiamenti al proprio interno, puoi usare due ETF, uno sull’indice MSCI World e uno sull’indice MSCI Emerging Markets.

I Migliori ETF Azionari Globali

All’interno di una qualsiasi strategia di portafoglio non deve mancare un prodotto che replichi l’indice MSCI World, composto da oltre 1.600 azioni di emittenti di tutto il mondo.

Ecco una selezione dei migliori prodotti disponibili su Borsaitaliana.it con indicazione dei costi e dei volumi scambiati:

migliori etf azionari globali 2019


I Migliori ETF Azionari Paesi Emergenti

Se vuoi avere una maggiore diversificazione puoi usare anche un ETF sui Paesi Emergenti. Se non hai le conoscenze specifiche o non vuoi spingerti oltre nella selezione, ti consiglio di stare su uno di questi, che replicano l’indice MSCI Emerging Markets:

migliori etf azionari paesi emergenti globali


I Migliori ETF Obbligazionari

La parte del portafoglio investita in obbligazioni serve a dare stabilità al tutto, e non ad accrescere le performance.

Questa è una novità rispetto al passato. Se “una volta” i bond offrivano un rendimento decoroso e le azioni servivano ad offrire qualche cosa in più, nel 2019 lo scenario è profondamente cambiato.

Oggi i bond servono per stabilizzare il portafoglio più che a generare performance.

Per questa ragione è meglio limitare i tuoi investimenti a bond in Euro o con copertura dal rischio di cambio, a meno che tu non disponga di conoscenze evolute.

Ecco i migliori ETF obbligazionari in cui puoi investire:

i migliori etf obbligazionari del 2019


Per Approfondire…


Giacomo Saver

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Tre Sfide per i Mercati Azionari nel 2019

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Mercati Azionari in preda all'incertezza nel 2019

L’anno appena iniziato si è aperto nel segno dell’incertezza e del recupero dei principali listini. Ma le nubi all’orizzonte non si sono ancora dissolte: tre incognite decideranno la direzione dei mercati azionari nel 2019.

Mercati Azionari 2019 e Banche Centrali

Con il nuovo anno finisce il Quantitative Easing a livello planetario. L’enorme massa di liquidità che le Banche Centrali hanno iniettato nel sistema economico per farlo ripartire dopo la crisi del 2008 sta per prosciugarsi.

La BCE ha terminato il piano di acquisto di titoli del debito pubblico, mentre la Federal Reserve ha iniziato il percorso di rialzo dei tassi di interesse.

La fine dell’era del “denaro a basso costo” avrà importanti ripercussioni sui mercati azionari nel 2019: essi diventeranno più efficienti e selettivi, andando a penalizzare le società con elevate quotazioni rispetto ai fondamentali.

I più elevati tassi di interesse faranno scendere le quotazioni dei bond in circolazione, mentre renderanno più appetibili quelli di nuova emissione.

Nel 2019 ci Sarà una Recessione Globale?

I modelli economici che usiamo hanno evidenziato i segnali del rallentamento economico già a fine 2018. L’economia mondiale sta decelerando la sua corsa, ma è presto per dire se si tratta di un rallentamento o di una vera e propria recessione.

La paura per un ristagno delle economie, e la conseguente discesa degli utili, ha schiacciato le borse, in discesa dall’autunno 2018. Se i timori si dimostreranno eccessivi le quotazioni riprenderanno a crescere. Al contrario, un peggioramento della congiuntura non “scontato” dalle quotazioni attuali provocherà ulteriori ribassi sui mercati azionari.

La Politica e i Mercati Azionari nel 2019

Come una sorta di “ritorno al passato” la politica è ritornata a decidere pesantemente il futuro dei listini. Essa plasma e definisce gli umori degli investitori, decidendone il comportamento sui mercati finanziari.

In uno scenario di persistente incertezza le vicende politiche contribuiscono a rendere instabile il “sistema”. Ecco, in sintesi, gli elementi cui prestare attenzione.

Le Sfide di Trump

I dazi imposti dal Presidente nei confronti della Cina e la “Guerra Fredda” tecnologica con il colosso asiatico sono una delle principali fonti di incertezza.

L’allarme utili lanciato da Apple è l’esempio concreto di come il ritorno alle politiche protezionistiche sia più dannoso che mai per l’economia mondiale.

L’ingerenza presidenziale nelle scelte fatte dalla Banca Centrale sono un altro segno di arroganza che non piace agli investitori, perché minano la credibilità dell’Istituto di Emissione assoggettandolo al potere politico.

Le Elezioni Politiche e il Futuro dell’Europa

L’Eurozona è in preda ad una crisi di identità. La manovra economica dell’Italia è passata per un pelo, costringendo la Commissione ad accettare un compromesso. Da un lato si voleva evitare una nuova crisi, dall’altro non si voleva generare un pericoloso precedente per altri Stati.

Le elezioni di maggio ci diranno quale Europa uscirà dalle Urne e cosa attenderci per il futuro.

Il “Casino” BREXIT

L’uscita del Regno Unito dall’Europa comunitaria è un altro segnale di incertezza. Che potrebbe pesare in un verso o nell’altro, sui listini azionari.

E’ Tempo di Capire!!

Come ti comporti in questo scenario di mercato? La maggior parte degli investitori è ferma, la paura ha gelato l’azione. Ma questo nasconde un problema più profondo: la mancanza di una chiara strategia di investimento.

Non è grave stare fermi adesso. E’ grave non sapere perché lo si fa e non avere idea di cosa debba accadere per “fare qualcosa”.

Se anche tu avverti questo senso di smarrimento, il corso on line gratuito A Scuola di Investimenti ti sarà di grande aiuto.

Giacomo Saver – Segretibancari.com

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ETF Giappone : i 3 Migliori ETF per Investire in Giappone

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i 3 migliori etf per investire nel Giappone - segretibancari.com

Investire in Giappone con gli ETF significa prendere parte ad una delle economie più dinamiche al mondo. Gli indici della borsa nipponica, il Topix, il Nikkei 225 ed l’MSCI Japan, sono poco correlati con i mercati azionari occidentali. Ecco i prodotti che non devono mancare in un portafoglio diversificato.

Perché Investire in Giappone?

Il Giappone è uno stato insulare composto da 6852 diverse isole. Ha 127 milioni di abitanti ed è il decimo Stato più popolato del mondo. E’ la terza economia mondiale per prodotto interno lordo ed è al quarto posto per ciò che riguarda il potere di acquisto.

Il suo mercato azionario appare conveniente, in termini di rapporto Prezzo Utili con un indicatore pari ad appena 11,90. La storica mancanza di correlazione degli indici nipponici con gli altri listini azionari, rendono l’investimento in Giappone molto interessante per diversificare il portafoglio.

Perché Investire in Giappone con gli ETF?

Investire in Giappone usando gli ETF ti darà incredibili vantaggi. Per prima cosa sarai sicuro che il tuo portafoglio seguirà fedelmente l’andamento dell’indice giapponese scelto tra quelli disponibili. Essendo gli ETF a gestione passiva non avrai alcun rischio gestore.

Scopri i migliori ETF dove investire

In secondo luogo, i migliori ETF Giappone che ora esamineremo hanno costi molto contenuti, che oscillano tra un minimo dello 0,09% l’anno ad un massimo dello 0,45%.

I Migliori ETF Japan

Su borsaitaliana sono quotati molti ETF Giappone. Ecco una selezione dei prodotti più interessanti da prendere in considerazione.

Amundi Jpx Nikkei 400 – LU1681038912

L’ETF ha un costo annuo dello 0,18% ed è ad accumulazione dei proventi. Esso replica l’indice Nikkei 400, i cui principali componenti sono:

  • Industria (23,20%)
  • Beni ciclici (16,31%)
  • Finanza (11,11%)

I tre titoli più importanti sono:

  • SONY CORP (1,65%)
  • KEYENCE CORP (1,36%)
  • NIPPON TELEGRAPH & TELEPHONE (1,48%)

Lyxor Core Msci Japan – LU1781541252

L’ETF costa lo 0,12% l’anno ed è ad accumulazione dei proventi. L’indice replicato è l’MSCI TRN JAPAN INDEX (versione total return, ossia con reinvestimento dei dividendi).

Ecco i settori più importanti all’interno dell’indice:

  • Industria (19,60%)
  • Beni voluttuari (18.90%)
  • Finanza (12,20%)

I tre titoli più importanti sono:

  • TOYOTA MOTOR CORP (4,36%)
  • SONY CORP (1,97%)
  • Mitsubishi UFJ Financial Group (1,88%)

Lyxor Japan Topix – FR0010245514

L’ETF costa lo 0,45% l’anno e paga dividendi con frequenza semestrale. L’indice replica il Topix Total Return Index e distribuisce dividendi con frequenza semestrale.

Ecco i settori più importanti che compongono l’indice:

  • Industria (21,70%)
  • Beni voluttuari (18,40%)
  • Finanza (11,40%)

I tre titoli più pesanti sono:

  • TOYOTA MOTOR CORP (3,43%)
  • Mitsubishi UFJ Financial Group (1,77%)
  • SONY CORP (1,67%)

Scopri Come Investire in ETF

Se vuoi imparare le basi per costruire una strategia di investimento performante e sei confuso, iscrivendoti al video corso gratuito A Scuola di Investimenti troverai molte informazioni preziose che ti saranno di aiuto nella gestione dei tuoi investimenti.

Giacomo Saver – CEO di Segretibancari.com

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Fondi Bilanciati: Anima Visconteo alla Prova dei Rendimenti

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fondi anima analisi e cerformance

Anima Visconteo e Anima Visconteo Plus sono fondi bilanciati che mirano a fare crescere il capitale investito senza grossi traumi. La presenza di commissioni di gestione elevate e di costi di ingresso salati mette a repentaglio i guadagni degli investitori che li sceglieranno.

I Fondi Anima Visconteo

Gli Anima Visconteo sono fondi a vocazione prudente, disponibili sia nelle classi A (ad accumulazione dei proventi) sia nelle classi AD (a distribuzione semestrale dei proventi attraverso il pagamento di cedole).

Essi si rivolgono ad investitori con un profilo di rischio medio – basso (la documentazione ufficiale li dà a rischio 4 su 7), interessati ad una crescita più modesta ma costante del capitale investito.

Il livello di volatilità dichiarato da Anima SGR è compreso tra il 5 ed il 10%. Il prodotto standard e quello plus sono molto simili tra loro: differiscono solo per una maggiore esposizione azionaria massima del secondo rispetto al primo.

I fondi con cedola rendono il confronto con un portafoglio alternativo difficile a causa della perdita di valore provocata dallo stacco dei proventi. Per questa ragione esaminerò i fondi Anima Visconteo nella classe A, ad accumulazione.

Anima Visconteo Classe A – IT0000380706

Il Portafoglio

Il fondo può investire in azioni un massimo del 40%. Gli investimenti esteri potranno arrivare al 50%, mentre gli impieghi che comportano il rischio di cambio al massimo al 30%.

A gennaio 2019 il fondo è sovraesposto sulle azioni, che pesano il 32% del totale e sulla liquidità (che rappresenta il 20% delle disponibilità). L’investimento in obbligazioni è sottopesato: i bond rappresentano solo il 47% del totale.

I Costi

Per i fondi bilanciati i costi sono particolarmente significativi. A causa della grande esposizione verso classi di attivo a basso rendimento (bond e liquidità), le commissioni di ingresso e di gestione finiscono con il distruggere i rendimenti a lungo andare, come vedremo tra poco.

Il costo di ingresso di Anima Visconteo è del 4%, mentre la commissione annua è dell’1,45%.

Vuoi un’alternativa al fondo Visconteo e hai almeno 100.000 €? Scopri Ic Warm Up.

I Rendimenti e l’Analisi di Efficienza

Il grafico che segue confronta il fondo Anima Visconteo con un portafoglio composto da ETF azionari e bilanciati che rispettino la composizione di massima del fondo (30% azioni, 70% obbligazioni):

fondo anima visconteo a contro portafoglio etf basso costo

Dal gennaio 2010 al gennaio 2019 i rendimenti sono stati:

  • +63,65% per il portafoglio di ETF (pari al 5,64% medio annuo composto)
  • + 31,24% per il fondo Anima (pari al 3,07% medio annuo composto). Il dato esclude la commissione di ingresso.

Nello stesso periodo la rischiosità è stata la seguente:

  • massima caduta dal picco precedente per il portafoglio: 8,22%
  • massima caduta per il fondo Anima Visconteo: 12,01%
  • volatilità portafoglio: 4,29%
  • volatilità Visconteo: 5,09%

Il confronto con il benchmark del fondo mette in luce la scarsa attitudine del gestore a scegliere i titoli migliori (stock picking). I costi elevati e la non accurata selezione dei titoli hanno prodotto scarse performance.

Deluso da fondi come questo? Impara ad investire con il viseo corso gratuito A Scuola di Investimenti.

AnimaVisconteo Plus Classe A – IT0005158966

Il fondo può investire in azioni un massimo del 50%. Gli investimenti esteri potranno arrivare al 60%, mentre gli impieghi che comportano il rischio di cambio al massimo al 45%.

A gennaio 2019 il portafoglio di Visconteo Plus risulta sovrappesato di azioni (42,60%) e di liquidità (25,30%) e sottopesato di obbligazioni (32,10%).

I Costi

Il costo di ingresso di Anima Visconteo Plus è del 4%, mentre la commissione annua è dell’1,70%.

A causa di strumenti finanziari a bassa redditività (obbligazioni e liquidità), il costo annuo di gestione appare eccessivo e comprometterà, come nel caso precedente, la redditività del prodotto nel corso degli anni.

I Rendimenti e l’Analisi di Efficienza

Il grafico mostra la comparazione tra Anima Visconteo Plus e un portafoglio composto per il 50% da ETF azionari e per il 50% da ETF obbligazionari. Sebbene il portafoglio abbia una quota maggiore di azioni, esso non presenta rischi maggiori del fondo.


Fondo anima visconteo plus contro portafoglio 50 e 50 di ETF a basso costo

Dal febbraio 2016, data di lancio del fondo, a gennaio 2019, i rendimenti sono stati:

  • +13,96% per il portafoglio (4,65% medio annuo composto)
  • +2,78% per Anima Visconteo Plus (0,96% medio annuo composto). Il dato esclude la commissione di ingresso.

Nello stesso periodo la rischiosità è stata la seguente:

  • massima caduta dal picco precedente per il portafoglio: 8,59%
  • massima caduta per il fondo Anima Visconteo: 7,20%
  • volatilità portafoglio: 4,80%
  • volatilità Visconteo: 4,70%

Conclusioni

Entrambi gli Anima Visconteo sono affetti dagli stessi problemi: costi alti e margini di manovra ristretti. A parità di andamento del mercato, un investimento composto da ETF con la adeguata diversificazione avrebbe consentito un notevole risparmio di costi ed un innalzamento delle performance.

Sebbene i rendimenti futuri saranno diversi da quelli passati, ciò che conta è che una strategia di investimento consapevole realizzata con il preciso scopo di minimizzare i costi porterà sicuramente risultati migliori di un fondo bilanciato, a parità di mercato e di rischio.

Giacomo Saver – Segretibancari.com

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I 7 Paesi Migliori Dove Investire i Soldi nel 2019

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i 7 paesi migliori dove investire nel 2019 - segretibancari.com

Dove investire i propri soldi nel 2019: un’analisi dei 7 Paesi migliori dal punto di vista del rapporto Prezzo/Utili delle quotazioni azionarie.

Che cosa è il Price Earning Ratio?

Il rapporto Price Earning è un indicatore che misura la maggiore o minore sopravvalutazione o sottovalutazione di un titolo o un indice azionario. Esso non è in grado di fare alcuna previsione circa il futuro andamento delle quotazioni e non deve essere l’unico parametro usato per costruire un portafoglio. Tuttavia sulla base del P/E è possibile selezionare quei Paesi che quotano a sconto, sia rispetto alla media storica, sia agli altri.

Nell’analisi che segue ti mostrerò sette Paesi le cui quotazioni sono particolarmente buone per due ragioni:

  • il Rapporto Prezzo/Utili è inferiore a 12
  • il Rapporto è inferiore rispetto la media storica a 10 anni

I Paesi più Convenienti Dove Investire i Soldi nel 2019

Prima di addentrarci nell’analisi dei Paesi più promettenti, permettimi di darti un avvertimento. Quella che leggerai non è una indicazione ad investire in alcuno degli strumenti proposti.

Io stesso, all’interno dei portafogli che gestisco potrei non avere nessuno degli Stati di cui sto per parlarti, per una ragione semplice: la strategia viene prima dei prodotti. Se investendo in uno di questi strumenti aumenti la correlazione del portafoglio (e quindi peggiori la sua efficacia ed efficienza), lascia stare.

Vuoi imparare come investire in modo semplice e indipendente? CLICCA QUI

Austria

Il rapporto Prezzo/Utili della Borsa austriaca è di 11,20, contro una media storica di 16,30. L’Europa, nel complesso, ha un rapporto di 13,70.
A pesare sulle sorti del listino del “regno dell’Est” è il raffreddamento della congiuntura in Europa.
Il rendimento delle azioni austriache, in termini di dividendi pagati, è del 3,05%, decisamente buono.

Investire in Austria

Per investire in Austria puoi usare l’ETF iShares ATX – DE000A0D8Q23. Purtroppo lo strumento non è disponibile per l’investitore italiano ma è quotato solo sullo Xetra di Francoforte.

Leggi anche: Investire In Austria Come e Perché

Argentina

Il Paese sudamericano non si è mai veramente ripreso dalla crisi che lo ha condotto sul baratro nel 2001. Le aziende faticano a produrre utili, ma le quotazioni delle azioni di Buenos Aires sono davvero ai minimi storici.
Il rapporto Prezzo/Utili è fermo a 8 contro i 18 punti dell’America. La media storica è ferma a 12,40. Purtroppo il rendimento da dividendo è bassino: solo l’1,89%.

Investire in Argentina

Puoi investire in Argentina con l’ETF iShares MSCI Argentina o con Global X MSCI Argentina.
Purtroppo nessuno dei due ETF è acquistabile in Italia.

Corea

La Corea presenta un rapporto Prezzo/Utili decisamente interessante ed evidenti segnali di sottovalutazione. Il valore è fermo a 9,10 contro una media storica di 13,50. Il rendimento da dividendo è del 2,44%, competitivo rispetto ad un BTP.

Investire in Corea

Per gli investitori italiani è disponibile l’ Ishares Msci Korea , quotato su borsaitaliana.

Leggi anche: Come Investire in Azioni Samsung

Cina

La Cina è leggermente sopravvalutata rispetto alla media storica degli ultimi 10 anni, ma il suo Price Earning è ancora conveniente: 11,20 contro 12,20 del Pacifico.
Il rendimento da dividendo è del 2,50%, interessante considerata la situazione attuale dei tassi.

Investire in Cina

Per l’investitore italiano ci sono diversi ETF quotati su borsaitaliana che permettono di investire in uno dei Paesi in più rapido sviluppo del mondo.

Leggi anche: Cosa Nascondono i Migliori ETF sulla Cina

Grecia

Il piccolo Paese della zona Euro che ha tenuto il mondo sospeso con il referendum sulla Grexit, oggi presenta una economia in crescita e valutazioni contenute. Il Prezzo/Utili è fermo a 10 contro una media storica di 11,70.
Il rendimento da dividendo è del 2,91%, e potrebbe salire ancora se le condizioni delle aziende miglioreranno.

Investire in Grecia

Se vuoi investire in Grecia puoi farlo usando l’ETF Lyxor FTSE Athex Large Cap, disponibile presso Borsaitaliana.

Leggi anche: il Miglior ETF per Investire nella Borsa di Atene

Turchia

Con un P/E di 7,30 la Turchia appare decisamente sottovalutata, anche in rapporto alla media storica dell’indice (10,60). Il rendimento da dividendo è del 3,52% ma occorre tenere presente la volatilità della Lira.

Investire in Turchia

Esistono più possibilità per investire in Turchia. Una di queste è l’azionario, l’altro sono i bond denominati in Lire. Su borsaitaliana trovi una selezione dei bond ed ETF più adatti per te.

Leggi anche: Lira Turca in Caduta Libera: Come Approfittarne per Guadagnare

Russia

Il P/E della Russia è davvero conveniente: 5,80 contro una media storica di 7,50. Investire in azioni russe rende il 6,80% in termini di dividendo, ma occorre prestare attenzione al Rublo.

Investire in Russia

Su Borsaitaliana esistono diversi ETF per investire in Russia. Una semplice ricerca di aiuterà a scegliere il migliore per te.

Leggi anche: ETF Russia: I 3 Migliori ETF per Investire

Idee Confuse?

Se questo articolo ti ha confuso le idee e vuoi sapere subito dove investire, VAI QUI.

Giacomo Saver
CEO Segretibancari.com

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L’Eredità di Jack Bogle, Fondatore di Vanguard

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JackBogle

Ad 89 anni si è spento Jack Bogle, l’uomo che aveva fondato Vanguard, la prima società al mondo che gestisce fondi passivi a basso costo, anticipando la venuta degli ETF. In questo post raccogliamo la sua eredità attraverso tre consigli sempre validi per investire.

Chi Era Jack Bogle?

John Clifton Bogle nel 1974 aveva fondato Vanguard, la prima società di gestione di fondi passivi. Fu uno dei primi a capire che il problema della scarsa redditività dei fondi comuni di investimento era legata ai costi assurdi che gli stessi addebitavano ai sottoscrittori.

Già all’Università Bogle aveva studiato il nesso tra costo di un prodotto finanziario e sua redditività. In un mercato che diventava sempre più concorrenziale riuscire a fare meglio del mercato era difficile. Tanto valeva clonarne pari pari i rendimenti riducendo la differenza, dovuta ai costi di gestione.

Il Testamento di Bogle in 3 Punti

Devo molto a Bogle. Sebbene in Italia la sua figura fosse poco nota, all’interno della finanza globale Jack era un mito. Nella prefazione ad uno dei suoi ultimi libri, Warren Buffett scriveva:

Più che ascoltare il canto delle sirene dei gestori gli investitori dovrebbero seguire i consigli di Bogle – Warren Buffett

La semplicità dei consigli che Bogle dava era disarmante, sulla stessa linea di SegretiBancari, ma non per questo banale o di scarsa efficacia. Ecco il riassunto di quello che ha raccontato durante una vita, aiutando folle di investitori ad ottenere performance migliori.

I Costi Contano!!

Questa frase è ripetuta come un mantra nei libri di Bogle. Che vuole essere certo che il messaggio arrivi forte e chiaro. Le commissioni dei fondi comuni sono la causa principale delle loro scarse performance.

Il mercato finanziario è troppo concorrenziale per i gestori che vi operano. Questi, al netto dei costi, non riescono a generare rendimenti tali da compensare i loro stipendi e gli altri oneri.

Immagina di investire in un fondo bilanciato che costa l’1,20% l’anno di commissione di gestione. Il fondo ha una composizione 50-50, equi-ripartita tra azioni ed obbligazioni.

Se il mercato azionario rende il 7% e i bond il 2% il guadagno annuo sarà del 3,30%. Lo stesso portafoglio, se replicato con ETF a basso costo come quelli del corso GRATUITO IC Warm Up, avrebbe reso il 4,25%. Ma c’è dell’altro…

I costi corrodono così tanto le performance che un portafoglio composto da ETF e poco esposto al rischio azionario avrebbe reso quanto un bilanciato 50-e-50. La tabella mostra i dettagli del calcolo:

fondi passivi vs fondi attivi - jack bogle vanguard

Attenzione ai Guadagni Facili

Bogle ultimamente metteva in guardia dall’investimento inconsapevole in Borsa. La sua esperienza gli aveva insegnato che i guadagni offerti dal mercato azionario nel tempo supereranno quelli prodotti dai bond, ma bisogna tenere presente tre aspetti:

Il Dividend Yield

Il rendimento da dividendo, ottenuto rapportando la somma dei dividendi pagati dalle società e il valore dell’indice di cui le stesse fanno parte è un dato fondamentale. Esso è un primo “pezzo” in cui il guadagno futuro dei mercati sarà scomposto. Negli anni il dividendi yield è rimasto all’incirca costante.

Il Tasso Futuro di Crescita degli Utili

La crescita economica è un altro fattore fondamentale nella stima dei rendimenti del mercato azionario. Se questa in passato ha fatto esplodere i rendimenti, in futuro probabilmente il mondo crescerà meno velocemente.

Le Variazioni del Rapporto Prezzo/Utili

Una salita del rapporto farà crescere i rendimenti ottenibili dalle azioni. Viceversa una discesa verso la media storica o una stabilità del rapporto farà sì che i guadagni azionari siano modesti.

Nei prossimi anni i guadagni attesi da un portafoglio di azioni, secondo Bogle, non supereranno il 5-6% l’anno. Sono finiti i tempi dei rendimenti a due cifre e chi crede di ottenerli senza rischiare l’osso del collo è uno sprovveduto. Fine della storia.

Non pensare che con le obbligazioni le cose vadano meglio. Il trend secolare di crescita dei bond è finito pure lui. Quindi per il futuro bisogna:

  • avere attese realistiche di rendimento e stare con i piedi per terra
  • minimizzare i costi
  • diffidare dalle promesse di facili guadagni

Anti ETF Manifesto

Gli ETF sono fondi passivi che vengono quotati in borsa come fossero azioni e in un certo senso sono l’evoluzione del fondo passivo stesso. Ma Bogle metteva in guardia gli investitori da quei prodotti che secondo lui erano “lupi travestiti da agnelli“.

Bogle non amava gli ETF per due ragioni: Essendo quotati essi vengono usati per lo più per fare trading e non all’interno di una stabile strategia di portafoglio. In secondo luogo la concorrenza ha reso questi prodotti per nulla remunerativi per chi li offre. Quindi il mercato sarà presto (e in parte lo è), inondato da ETF Strutturati.

Due Modi per Concretizzare l’Eredità di Jack Bogle

SegretiBancari e Bogle condividono la stessa filosofia di investimento, basata sulla consapevolezza, sulla semplicità e sulla indipendenza dai prodotti cari e consigli interessati.

Vuoi applicare i consigli di Google imparando come investire? => Inizia da Qui

Vuoi vedere in azione i consigli di Bogle attraverso un portafoglio pronto per l’uso? => Scoprilo subito

Giacomo Saver – Ceo di Segretibancari.com

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Listino Azionario: Tutte le Difficoltà della Borsa Italiana

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borsa valori listino azionario di milano - segretibancari.com

Il listino della Borsa Italiana, o Borsa di Milano, è composto da 242 società quotate sul mercato principale. Lo stesso numero di 20 anni fa. Perché emittenti ed investitori non amano le azioni domestiche e quali alternative ci sono per chi vuole “aprirsi” ai mercati azionari?

Delisting: Così le Società Fanno Marcia Indietro da Piazza Affari

Damiani, Vittoria Assicurazioni e Nice sono solo alcune aziende che hanno scelto di non essere più quotate sul listino azionario italiano. Luxottica, dopo la funzione con Essilor, ha optato per Parigi. Il delisting è quella operazione per la quale una società chiede la cancellazione della sua quotazione in borsa.

Per gli investitori si tratta di una cosa grave, un evento da seguire con cura, perché se resti in possesso di azioni che non sono più quotate di fatto non potrai più rientrare in possesso dei tuoi soldi, né potrai chiudere il conto titoli dove le stesse sono depositate. Quindi se hai delle azioni singole in cui hai investito fai attenzione e tieniti aggiornato su cosa succede.

Un modo semplice per farlo consiste nell’usare i “Google Alert” che, opportunamente settati, ti avvertiranno se una società in cui hai investito si cancella dal listino azionario.

Le ragioni per cui le società decidono di non essere più quotate è semplice: i Governi che si sono susseguiti negli anni si sono mostrati incapaci di creare uno sviluppo armonico del mercato azionario in grado di veicolare le risorse degli investitori verso le imprese di medio/piccole dimensioni.

Gli Stessi PIR di cui si è tornato a parlare sono stato un flop in questo senso. A causa della liquidità giornaliera, essi non possono essere azionisti stabili delle imprese di cui diventano azionisti, limitando la possibilità di finanziamento da parte di queste ultime.

La CONSOB, l’Autorità di Vigilanza sui Mercati, svolge un ruolo più “poliziesco” che non di ausilio allo sviluppo del mercato. Ciò, come puoi immaginare, scoraggia l’arrivo sul listino milanese di nuove società.

Perché gli Italiani Stanno Lontani dalla Borsa?

I motivi per cui gli investitori italiani stanno alla larga dal listino azionario sono molteplici. Per anni la borsa è stata vista più come un luogo di speculazione forsennata, dove i grandi mangiavano i piccoli, che non un “luogo” dove investire il proprio denaro in maniera redditizia.

Gli scandali finanziari che hanno portato al tracollo intere aziende bruciando i soldi di chi vi aveva investito sono un monito perenne per chi vuole “tentare” l’approccio alla Borsa. Parmalat e Alitalia sono solo gli esempi più recenti e clamorosi.

Il listino italiano, poi, è piccolo. La capitalizzazione della Borsa sul totale mondiale si ferma ad un misero 1%, mentre studi fatti dal prestigioso Ufficio Analisi di Mediobanca mostrano come le azioni italiane non sono state remunerative, nemmeno per l’investitore di lungo periodo.

Il grafico mette a confronto l’indice FTSE Mib del listino azionario domestico con l’indice MSCI Europe, rappresentativo dei mercati azionari europei, e con l’MSCI World che racchiude le azioni globali. Tutti gli indici sono in Euro.

listino borsa italiana confronto internazionale - segretibancari.com

100.000 € investiti a gennaio 2009 sarebbero diventati, dieci anni dopo:

  • 107.300 € con la borsa Italiana
  • 186.800 € se investiti nelle borse europee
  • 270.300 € se investiti nelle borse mondiali

La rischiosità del listino azionario milanese è stato il doppio dell’indice mondiale, nello stesso periodo: 21,72% contro 11,35%.

Due Strade per Investire in Borsa in Modo Sicuro e Redditizio

L’investimento in borsa è meno pericoloso di quello che pensi, ma a patto che siano rispettate alcune condizioni di base.

1 – le azioni vanno inserite a livello di progettazione del portafoglio e sulla base degli obiettivi di investimento di ognuno. In nessun caso l’acquisto di azioni va fatto sulla base della “speranza” o della “previsione” che i titoli individuati crescano;

2 – l’investimento in azioni va fatto attraverso indici globali ampi e non scegliendo borse piccole, come quella italiana, o singoli titoli.

Se vuoi sapere subito dove investire ricevendo precise indicazioni pronte per l’uso => CONTINUA QUI

Se vuoi imparare ad investire da solo per essere indipendente da banche e da consulenti finanziari => PROSEGUI QUI

Giacomo Saver – CEO di Segretibancari.com

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Guadagnare il 5% l’Anno con i Migliori ETF High Yield

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Grazie a quattro ETF High Yield emessi e gestiti da Ishares puoi guadagnare il 5% l’anno sotto forma di cedola. Ma attenzione a quello che accade al capitale ed alle sue fluttuazioni.

ETF High Yield: Quando e Perché?

Chi sceglie di investire in ETF obbligazionari high yield lo fa per avere un rendimento periodico elevato, pagato attraverso la “cedola“. Le obbligazioni high yeld sono titoli ad alto rendimento emessi da società in difficoltà finanziaria.

Investire in ETF high yield, o in titoli “diretti” emessi da società che non hanno requisiti patrimoniali elevati, comporta rendimenti alti ma rischi altrettanto elevati. Gli ETF obbligazionari high yield hanno il vantaggio di diversificare il rischio emittente, ma esibiscono un comportamento “equity like“, ovvero presentano oscillazioni piuttosto marcate che li fanno assomigliare di più alle azioni che non alle obbligazioni.

Prima di esaminare i migliori ETF che pagano cedole nell’ordine del 5% l’anno, lascia che ti dia un avvertimento: non eccedere con gli high yiled. Se deciderai di investire in uno o più dei prodotti che ti presenterò a breve, includili nell’ambito della quota azionaria del portafoglio.

Non commettere l’errore di considerare le obbligazioni high yield come se fossero titoli di stato o bond sicuri, perché non lo sono. Se con gli ETF non rischi di perdere tutto il tuo capitale, i soldi investiti saranno comunque soggetti a forti oscillazioni di magnitudo simile ai prodotti azionari.

Interessato a costruire un portafoglio di ETF Redditizio? Scopri come.

iShares $ High Yield Corp Bond – IE00B4PY7Y77

Caratteristiche dell’Investimento

L’ETF replica un indice obbligazionario composto da bond emessi da società ad alto rendimento e denominati in dollari Usa.

L’ETF è quotato su Borsa Italiana in euro ma comporta il rischio cambio, perché i titoli che ha in portafoglio sono denominati in tale valuta.

I Rendimenti

Il rendimento da distribuzione, ossia il rapporto tra le cedole pagate e il prezzo è del 5,478%. Il rendimento medio dei titoli in portafoglio è pari al 6,40%, ma questo dato è più teorico del primo, perché rappresenta il guadagno che i titoli daranno se conservati fino alla scadenza, cosa che non accadrà.

L’ETF li cambierà con il passare del tempo, mano a mano che nuovi bond saranno inclusi nell’indice replicato.

La durata media del portafoglio – che si riflette sulla volatilità della quotazione, è di 4 anni e mezzo.

Le cedole vengono pagate ogni sei mesi mediante accredito automatico delle somme sul conto corrente.

iShares $ Short Duration High Yield Corp Bond – IE00BCRY6003

Caratteristiche dell’Investimento

L’ETF mira a replicare il più fedelmente possibile, un indice obbligazionario composto da bond Usa emessi da società ad alto rendimento.

Sebbene sia quotato in euro l’investimento nel prodotto comporta il rischio di cambio, poiché i bond che lo stesso detiene sono denominati in dollari Usa.

I Rendimenti

La cedola ammonta al 5,342% del prezzo. In assenza di oscillazioni di prezzo questo è grosso modo il rendimento periodico che il prodotto offrirà nel corso degli anni. Il rendimento medio a scadenza del portafoglio è del 6,15%. La durata media del portafoglio è contenuta: solo 2 anni e 3 mesi.

Il pagamento delle cedole è semestrale.

iShares Fallen Angels High Yield Corp Bond – IE00BYM31M36

Caratteristiche dell’Investimento

L’ETF investe in un paniere di obbligazioni declassate in seguito al peggioramento del merito creditizio. Il 70% del totale è investito in dollari, mentre il 23% in euro. Il resto è impiegato in altre valute.

Sebbene il rischio cambio sia “mitigato” dalla presenza di bond in euro, l’acquisto dell’ETF comporta comunque un rischio dal punto di vista della valuta.

I Rendimenti

Il rendimento da distribuzione è del 4,846%. Tanto è quello che incassa l’investitore attraverso il pagamento di cedole semestrali. La durata media del portafoglio è del 7 anni e 10 mesi, più lunga rispetto ai casi precedenti. Il portafoglio ha una resa a scadenza del 5,48%.

iShares Global High Yield Corp Bond – IE00B74DQ490

Caratteristiche dell’Investimento

L’ETF replica l’andamento di un indice composto da obbligazioni societarie ad alto rendimento di emittenti dei mercati sviluppati. Il 67% del fondo è investito in dollari Usa, il che comporta l’esposizione al rischio di cambio nei confronti di questa divisa. L’euro pesa per il 32% delle disponibilità del fondo.

I Rendimenti

Il rapporto tra le cedole pagate semestralmente ed il prezzo dell’ETF è del 4,843%. Tale è quindi il rendimento da distribuzione ottenibile dall’investitore. La durata media del portafoglio è di 4 anni e 5 mesi mentre il rendimento medio a scadenza del portafoglio è del 5,77%.

Osservazioni Conclusive sugli ETF High Yield

Il grafico che segue mostra l’andamento comparato dei 4 ETF a partire dalla data in cui tutti sono disponibili. Puoi facilmente notare l’andamento è piuttosto simile:

etf high yield andamento -segretibancari.com

Gli ETF Obbligazionari high yield sono rischiosi quasi quanto le azioni. Essi vanno bene per quegli investitori che sono disposti a tollerare oscillazioni elevate dai propri soldi e devono essere considerati “come se” fossero azioni.

Vuoi semplificarti la vita sapendo subito dove investire, senza bisogno di fare analisi o studi? Prosegui qui.

Giacomo Saver – CEO di Segretibancari.

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Fondi Obbligazionari: 3 Cose che la Banca non ti Dice

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fondi obbligazionari

I fondi obbligazionari sono cari, rischiosi e non attutiscono le oscillazioni dei tassi di interesse, ma le banche continuano a venderli perché rendono. A loro.

Fondi Obbligazionari: Cosa Sono e Come Funzionano

I fondi obbligazionari sono fondi di investimento che impiegano le loro disponibilità in bond di vario tipo. Il loro obiettivo consiste nell’offrire agli investitori un guadagno modesto ma costante nel tempo, in linea con i rendimenti offerti dal mercato obbligazionario.

Attraverso l’acquisto di un prodotto obbligazionario gestito si dovrebbe ottenere un guadagno migliore a quello ottenibile comprando direttamente dei bond, o ridurre i rischi mantenendo inalterato il guadagno, ma purtroppo la storia insegna che non è così.

I Fondi Obbligazionari Sono Cari

Dei 324 Fondi Obbligazionari Corporate Euro venduti in Italia, solo 8 hanno avuto un rendimento positivo tra gennaio 2018 e gennaio 2019. 316 fondi hanno avuto una performance negativa che spazia da un -0,04% di Generali ad un -9,69% di New Millennium.

Come mai i risultati così deludenti? Ritengo che la ragione principale siano i costi che i fondi obbligazionari “caricano” a chi affida loro il proprio denaro. La commissione annua di gestione può arrivare ad un 2,27% per i prodotti BlackRock e Invesco.

Con i tassi di interesse che viaggiano intorno al 2% e la cui risalita penalizza le obbligazioni, come può un prodotto che costa non meno dell’1% l’anno mediamente a offrire guadagni positivi?

Eppure alle banche i fondi comuni convengono tremendamente. Perché parte di quei costi assurdi finiscono nelle tasche dei consulenti finanziari direttamente sotto forma di provvigioni o di incentivo, a seconda dei casi. Il resto sta nella cassa della banca stessa che così aggiusta il proprio conto economico di fine anno.

Stufo di regalare soldi alle banche? Scopri come investire da solo

I Fondi Obbligazionari Sono Rischiosi

Quali alternative hanno le società che gestiscono i fondi per cercare di recuperare redditività? Semplice: basta usare le leve a propria disposizione in modo “creativo”.

La scoperta di obbligazioni ad alto rischio all’interno dei portafogli obbligazionari, non è più una sorpresa. Pompando bond emergenti o prodotti a basso rating i gestori dei fondi sfruttano un comportamento economico noto come “rischio morale“.

Essi rischiano i soldi degli investitori sapendo che se le cose vanno male non saranno loro a rimetterci. Se le cose andranno bene i clienti lasceranno loro i soldi o ne porteranno altri, aumentando le masse gestite.

Se hai investito in fondi obbligazionari controlla subito la composizione del portafoglio per verificare l’eventuale presenza di titoli tossici. Dai siti web delle società di gestione puoi accedere facilmente alla composizione dei portafogli.

I Fondi Obbligazionari non Fanno Decadere la Duration

La durata media finanziaria (duration) esprime la volatilità di un bond o di un portafoglio di obbligazioni al variare dei tassi di interesse. Poiché la durata finanziaria dipende dalla vita residua di un titolo, con il passare del tempo questa si riduce, limitando i rischi.

I fondi obbligazionari non portano i titoli fino alla scadenza e tengono la durata finanziaria del portafoglio pressappoco costante. Questo non è un difetto, ma è una cosa che devi conoscere e che la tua banca non ti dice.

Vincere la Partita dei Bond in 3 Mosse

I fondi obbligazionari sono un ottimo strumento per diversificare il rischio emittente, ma i costi ne affossano i rendimenti. Ecco tre regole per usarli al meglio:

# 1 – Minimizza i Costi

Se usi gli ETF Obbligazionari invece dei fondi ridurrai i costi all’osso. Avrai comunque il beneficio della diversificazione, ma a prezzi decisamente contenuti.

# 2 – Scegli la trasparenza

E’ importante sapere esattamente dove investe il tuo fondo. Se scegli un ETF controlla bene le caratteristiche e la composizione dell’indice replicato. Se opti per i singoli titoli attua una corretta diversificazione del rischio

Cerchi il Portafoglio Perfetto? Lo trovi QUI

# 3 – Modifica la duration in base all’andamento dei tassi

Se scegli di investire in fondi obbligazionari a basso costo, modella la composizione del tuo portafoglio in modo da avere una duration complessiva adatta al momento.

Nelle fasi di rialzo dei tassi è bene minimizzare la durata finanziaria del portafoglio; nelle fasi di ribasso la stessa dovrà essere allungata.

Giacomo Saver – CEO di Segretibancari.com

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Investimenti: i 3 Errori Madornali da Evitare nel 2019

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investimenti - errori-2019- segretibancari.com

Saper cosa non fare è altrettanto importante che sapere cosa fare, anche con gli investimenti. E nel 2019 gli investitori continuano a commettere sbagli di cui si pentiranno presto (o già si stanno pentendo?). Tre comportamenti dannosi; tre atteggiamenti le cui conseguenze si rifletteranno sull’andamento del portafoglio.

Muoversi in Retrospettiva

Se osserviamo l’andamento della raccolta dei fondi comuni di investimento notiamo una cosa interessante. Le sottoscrizioni ed i rimborsi vanno nella direzione opposta a quella dei mercati. Perché?

Prima di rispondere a questa domanda esaminiamo un attimo il fenomeno. Nell’anno passato le nuove sottoscrizioni di fondi hanno riguardato prevalentemente i fondi monetari che hanno raccolto 2 miliardi di €. Gli obbligazionari, per effetto della discesa delle quotazioni, hanno perso 25 miliardi.

Nel 2017, con le borse che crescevano e con i bond a livelli alti di prezzo, gli obbligazionari avevano raccolto 29,5 miliardi. A livello aggregato la massa gestita dai fondi cresceva negli anni in cui i mercati “sottostanti” riportavano quotazioni crescenti.

I dati aggregati sulla raccolta dei fondi mostrano come gli investitori si muovano in retrospettiva, sbagliando sistematicamente il “timing” di ingresso/uscita.

Vuoi sapere come investire con il metodo corretto? CONTINUA QUI.

Inseguire le Notizie

Molti investitori scelgono le “mosse” da fare con un orientamento eccessivo al breve periodo e per lo più basandosi su quello che leggono. Purtroppo i mercati si fanno beffe di loro.

Nel 2018 la borsa Usa ha perso il 7%, l’Eurozona il 14% e la Cina il 23%. Nello stesso periodo gli utili sono cresciuti: +23% negli Usa, +17% in Europa e + 28% in Cina. Ad inizio 2019, quando i timori di una recessione sono diventati più concreti, le borse hanno iniziato a correre.

Perché investire basandosi sulle notizie non va bene? Le ragioni sono due: anzitutto quando una notizia esce è già “vecchia”. In secondo luogo le notizie sono interpretate in modo diverso dagli investitori a seconda del momento prevalente e del “sentiment” che gli operatori hanno.

Inseguire le notizie serve a poco. Occorre muoversi in anticipo usando gli indicatori giusti. SCOPRI QUALI SONO.

Rimandare le Decisioni e Attendere

L’investitore “tentenna” difficilmente otterrà risultati. E sai perché? Perché a forza di aspettare il momento “buono per investire” lo farà quando ormai sarà troppo tardi.

Oggi è il momento giusto per investire? Sì e no: dipende da molti fattori. Ma c’è una cosa ancora più importante che devi fare. Fermarti e Formarti. Se hai le idee confuse e non sai cosa fare, per prima cosa metti mano al tuo portafoglio.

Dedica del tempo a capire se quello che stai (o non stai) facendo è corretto per te, per i tuoi obiettivi personali, o se – invece – i tuoi investimenti attuali saranno fonte di lacrime in futuro.

Non c’è nulla di male a rimandare le decisioni, a patto che si tratti di un rinvio consapevole. Metti, ad esempio, che gli indicatori ti dicano di stare fuori dal mercato. In questo caso fai bene ad aspettare e non movimentare nulla.

Ma che dire se la scelta è stata presa in modo arbitrario? E cosa dire se il tuo portafoglio presenta dei difetti all’origine che ne impediscono la resa, indipendentemente dalla situazione del momento?

A prescindere da quello che pensi sui mercati e da quella che è la tua situazione, fermati e formati. Credimi, è davvero molto importante.

Ecco il primo corso in Italia dedicato alla Pianificazione Finanziaria Interattiva.

Giacomo Saver – CEO di SegretiBancari

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ETF India: i migliori ETF per Investire nella Borsa Indiana

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migliori etf per investire in india

Se vuoi investire in India Borsa Italiana ti mette a disposizione due diversi ETF. Oltre, naturalmente, alla pletora di fondi attivi che puoi trovare in banca, ma che ti sconsiglio a causa dei costi.

Perché Investire in India?

L’India è uno degli Stati a più rapida espansione a livello mondiale. Basti pensare al potenziale che questa nazione ha grazie alle tecnologie informatiche sviluppate. Molte aziende in Europa e negli Stati Uniti si affidano ad imprese indiane per la contabilità, lo sviluppo software, il customer care e la produzione di materiale commerciale.
Senza contare la produzione industriale.

L’India è il secondo Stato più popolato al mondo, dopo la Cina, e la sua popolazione dovrebbe crescere rapidamente nel corso degli anni.

Perché Investire nella Borsa Indiana con gli ETF?

Se vuoi investire in India non sei obbligato ad usare gli ETF. La tua banca sarà molto contenta di proporti i suoi fondi, sostenendo che la gestione attiva funziona bene su mercati poco efficienti come quello indiano.

In effetti una ricerca fatta dal Sole24Ore ha mostrato che il il 53% dei fondi a gestione attiva hanno battuto gli ETF, in termini di rendimento. Prima di trarre facili conclusioni, ricorda sempre due cose:

  • i risultati della gestione attiva mancano di persistenza. Un gestore bravo in passato non lo sarà necessariamente in futuro;
  • la relazione tra costo e performance è sempre valida: i fondi più redditizi sono quelli che costano meno, anche all’interno della gestione attiva.

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I migliori ETF India

Vediamo quali sono i migliori ETF che hai a disposizione se vuoi investire nell’azionario indiano senza usare i fondi tradizionali.

ETF Amundi Msci India – LU1681043086

E’ un ETF a replica sintetica che clona l’indice MSCI INDIA. L’ETF costa lo 0,80% l’anno.

L’indice appare molto concentrato, con il settore finanziario che rappresenta il 24% del totale, seguito dalla tecnologia con il 17% e dall’energia con il 14%.

L’ETF è piuttosto volatile, in modo coerente con l’indice che replica: negli ultimi 5 anni (2013 – 2018) la volatilità è stata del 18,40%; negli ultimi 10 anni la volatilità è arrivata al 20%.

L’anno migliore è stato il 2014 quando il rendimento è stato del 38,25%, l’anno peggiore il 2018 con un -4.19%.

L’ETF è ad accumulazione e pertanto non distribuisce dividendi ma li reinveste in modo automatico.

ETF Lyxor Msci India – FR0010361683

L’ETF è a replica sintetica e clona, anch’esso, l’indice MSCI INDIA. Il prodotto è ad accumulazione e pertanto non distribuisce dividendi.

La volatilità del prodotto è analogo all’Amundi, così come la redditività. L’anno più redditizio è stato il 2014 con un +37,56%, mentre il peggiore è stato il 2018 con un – 4,40%.

Come puoi vedere dal grafico l’andamento dei due ETF è del tutto simile:

etf india confronto grafico lyxor amundi - segretibancari.com

Il costo di gestione annuale è leggermente più alto, lo 0,85%, ma l’ETF è più scambiato.

Esaminando l’AIC – l’All Inclusive Costs, appare che l’ETF Lyxor India è più conveniente, nonostante presenti un costo di gestione più elevato.

Giacomo Saver – CEO di Segretibancari.com

L'articolo ETF India: i migliori ETF per Investire nella Borsa Indiana proviene da Segreti Bancari.

Le Tre Trappole degli Investimenti con Cedole Elevate

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le trappole degli investimenti con cedole alte -segretibancari.com

Le cedole elevate sono un obiettivo per molti investitori, orfani dei bond che pagavano l’8%. Ma la cedola alta nasconde anche delle trappole che rischiano di divorare il tuo capitale.

Cedole Alte: Perché?

Ti sei mai chiesto che cosa siano davvero le cedole? Esse non sono semplicemente l’importo che un investimento “stacca” e che ti viene versato in conto corrente. Si tratta anche della forma di remunerazione del capitale investito.

Molti investitori confondono le cedole elevate con gli alti rendimenti dei propri investimenti. Allora la domanda da farsi diventa: stai confondendo le cedole alte con i guadagni elevati?

Non è che la ricerca delle cedole alte corrisponde alla ricerca di rendimenti elevati? LEGGI ANCHE: Hai Davvero Bisogno delle Cedole?

Quale che sia la risposta ora vediamo di capire le trappole che gli investimenti con cedole elevate nascondono.

La Trappola dei Certificati di Investimento

Gli investment certificates pagano cedole elevate e sono venduti da consulenti con pochi scrupoli come se fossero obbligazioni.

In realtà i certificates nascondono diverse insidie, che sovrastano il vantaggio delle cedole levate. Ti consiglio di leggere il post sui Cash Collect se ti interessa l’argomento in dettaglio. Ma facciamo ora una sintesi dei pericoli.

La Barriera

I certificati si comportano come se fossero obbligazioni solo se il sottostante non scende al di sotto di un certo livello, detto barriera.

Qualora ciò accadesse il certificate diventerebbe di fatto il sottostante, liquidandone – alla scadenza – il controvalore svalutato. In altre parole perderesti la protezione del capitale nel momento stesso in cui ne avresti più bisogno.

Il Rischio Emittente

Essendo emessi da una banca, i certificati comportano il rischio di default dell’emittente. Essi, peraltro, non sono tutelati dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.

La Liquidità

Non tutti i certificates sono quotati presso Borsa Italiana. Molti di essi non lo sono, costringendoti a rivolgerti a chi te li ha venduti per poterli liquidare. Inutile dire che il prezzo di riacquisto sarà oltremodo basso, se chi si offre di comprare è l’unico operatore disponibile.

La Trappola delle Obbligazioni in Valuta

Investire in bond esteri, denominati in una divisa debole, è la prima cosa che gli investitori fanno per accrescere la remunerazione dei propri soldi. Purtroppo, in molti casi ed in assenza di una guida, è anche la cosa sbagliata.

Le obbligazioni con tassi di interesse elevati ma denominati in una valuta diversa dall’Euro comportano il rischio di cambio. Interessi e capitale sono pagati in valuta, ma convertiti in Euro in base al tasso di cambio del momento.

Poiché le valute sono molto più volatili dei tassi di interesse, una svalutazione relativamente piccola della divisa brucerà completamente i maggiori guadagni, trasformando un investimento dalle cedole elevate in uno in forte perdita.

La Trappola del Rischio Emittente

Cercare bond in Euro con cedole alte non risolve il problema. Poiché sono gli emittenti più scalcinati a pagare gli interessi più alti, cercando senza gli strumenti giusti i titoli più redditizi, finirai con il riempirti le tasche di titoli spazzatura che potranno saltare per aria.

Articoli del tipo “5 Bond che rendono il 4% netto” finiscono per parlare di titoli con un’affidabilità molto bassa. Per questo è importante che tu sappia in che cosa investi. A nulla servono rendimenti elevati se rischi di perdere il capitale!!

La Via per Aumentare le Cedole Contenendo i Rischi

Esiste un modo per creare un portafoglio che paghi delle cedole senza per questo rischiare il capitale? ASSOLUTAMENTE SI’.

La risposta non sta nel singolo “titolo miracoloso” quanto, piuttosto, nella combinazione efficace dei titoli giusti. Se evitare le trappole non ti basta e vuoi scoprire il portafoglio che ti darà delle cedole interessanti, VAI QUI.

Giacomo Saver – CEO di SegretiBancari

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