
In apparenza rende gli azionisti più ricchi. Ma lo split azionario potrebbe anche essere il primo scricchiolio che avverte che la bonanza sta per finire.
Split azionario: cos’è?
Lo split azionario è un’operazione attraverso la quale si aumenta il numero di azioni in circolazione, accrescendone il valore di mercato. Per comprenderne meglio la dinamica ripassiamo in breve alcuni concetti noti. Un’azione è la quota parte del capitale di una società.
In particolare il capitale sociale deriva dal prodotto tra il valore nominale di ogni singola azione ed il numero di titoli in circolazione. Attraverso lo split azionario si diminuisce il valore nominale unitario, mentre si aumenta il numero di azioni in circolazione.
Ne consegue che il valore del capitale sociale resta immutato. Tuttavia l’operazione ha effetti sulla quotazione di borsa. Questa di solito tende a crescere, creando valore dal nulla. Per lo meno nel breve termine.
Gli effetti dello split azionario
Da quando Apple ha comunicato lo split di 4 nuove azioni per ogni vecchio titolo la quotazione è cresciuta del 30%. Analogamente lo split di uno a 5 di Tesla ha fatto crescere il prezzo del 43%.
Come fa una pura operazione contabile a creare valore dal nulla? La ragione è piuttosto semplice. L’incremento del numero di azioni in circolazione ne abbassa la quotazione unitaria. Che tuttavia sale rispetto al valore teorico.
Ad esempio la società Mega ha 1.000 azioni del valore nominale di 1.000 $ l’una. Le azioni quotano 2.000 $. Lo split implica che il valore nominale scenda a 250 $. Ossia i vecchi azionisti ricevono 4 nuove azioni per ogni vecchio titolo posseduto.
Ora ci saranno 4.000 azioni in circolazione, ciascuna del valore nominale di 250 $. Mentre il capitale sociale resta immutato (pari a 1.000.000 di $), la quotazione non sempre scende in modo corrispondente.
Essa difficilmente passerà da 2.000 $ a 500 $. Al contrario il prezzo potrebbe fermarsi a 550 $. Chi prima aveva 10 azioni del valore unitario di 2.000 $ ora si trova con 40 azioni del valore di 550 $. In breve il suo investimento è passato da 20.000 $ a 22.000 $ con un incremento del 10%.
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Un segno premonitore?
Gli split azionari aumentano nelle fasi terminali di un rialzo di borsa. Essi, nel breve periodo, gonfiano le quotazioni dei titoli coinvolti. Infatti la riduzione del prezzo delle azioni ne permette l’acquisto da parte di soggetti per i quali la quotazione precedente era inavvicinabile.
Nel lungo periodo l’eccesso di split azionari gonfia delle bolle speculative sui titoli coinvolti. Ovviamente dedurre che un crollo è imminente quando ci sono molti split azionari non ha senso.
Tuttavia si tratta di uno dei tanti “campanelli di allarme” da tenere presenti per decidere l’ottimizzazione a breve termine del proprio portafoglio.
Think different. Invest differently.
Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari
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