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Inflation targeting: implicazioni operative per i tuoi soldi

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Inflation targeting

L’abbandono dell’inflation targeting come obiettivo di politica monetaria è il preludio ad una fase inflativa che penalizzerà i bond.

Cos’è l’inflation targeting?

L’inflation targeting è, in breve, un obiettivo di politica monetaria. Esso sembra qualcosa di lontano dai pensieri e dalle tasche degli investitori. Tuttavia il parziale abbandono del faro che per decenni ha guidato le scelte delle banche centrali potrà avere ripercussioni sui portafogli.

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Dagli anni ’90 il fine ultimo delle politiche monetarie globali era il contenimento dell’inflazione (inflation targeting). Il controllo del tasso di crescita dei prezzi però è stato limato a causa della crisi da COVID 19. A settembre 2020, infatti, il Presidente della Fed, Jerome Powell, ha annunciato che quest’ultima accetterà un tasso di inflazione superiore al 2% per sostenere l’occupazione.

Di recente anche Christine Lagarde, della BCE, ha annunciato che l’istituto di Francoforte tollererà un tasso di inflazione temporaneamente superiore al 2%. Tale livello sarà accettato se servirà per sostenere le economie.

Si “tocca con mano” l’effetto devastante che il COVID-19 ha avuto sull’economia globale. Uno shock del genere potrà giustificare politiche monetarie accomodanti, anche al di là dell’inflation targeting.

Effetti dell’allentamento dell’inflation targeting

La creazione di inflazione, necessaria per stimolare un sistema economico, avrà effetti importanti sui mercati. In modo particolare le obbligazioni a lunga scadenza, i titoli di stato a bassissimo rendimento e – in generale – i bond a tasso fisso saranno penalizzati.

Infatti l’innalzamento del tasso di inflazione farà crescere i tassi di interesse nominali per effetto dell’equazione di Fisher. Ciò comporterà ribassi sui mercato obbligazionario. Gli investitori che avevano privilegiato i bond saranno penalizzati dalla perdita di potere di acquisto degli stessi.

Al contrario chi avrà scelto titoli inflation linked avrà un vantaggio. La rivalutazione delle cedole e del capitale, infatti, compenseranno il carico inflativo.

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Indicazioni operative

Quella che segue è una breve guida per sopravvivere all’abbandono (parziale) dell’inflation targeting.

Azioni

Restano l’asset class da preferire, compatibilmente con il proprio profilo di rischio. I tassi di interesse a zero dovrebbero favorire la crescita del mercato azionario. Infatti se l’economia rallenta le banche centrali intervengono sostenendo le quotazioni attraverso manovre di politica monetaria.

Se l’economia cresce gli utili in salita rendono le azioni più interessanti delle obbligazioni.

Oro e beni reali

Sebbene il rischio inflazionistico sia prevalentemente negli Stati Uniti il metallo potrebbe ancora apprezzarsi. Lo stesso dicasi per gli immobili, accessibili attraverso ETF REITS.

Obbligazioni

Come abbiamo già scritto in una vecchia edizione di INVESTO i bond sono al capolinea. Ciò non significa che siano da evitare, tuttavia è bene essere consapevoli di due cose.

In primo luogo investire in obbligazioni è più rischioso di quanto lo fosse in passato. Inoltre il loro ruolo nei portafogli è passato dalla generazione di reddito alla stabilizzazione del valore. Attendersi guadagni positivi dai bond è, oggi come oggi, poco realistico.

Think different. Invest differently.

Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari

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