
I mercati finanziari hanno tre ragioni per scendere ancora e tre per crescere. Un confronto tra ottimisti e pessimisti. Chi vincerà?
Aprile 2020: mercati ancora sotto pressione
I mercati finanziari hanno registrato il tredicesimo peggior ribasso dalla Grande Depressione. In questo contesto alcuni esperti consigliano di iniziare ad accumulare azioni. Altri, invece, temono che il peggio debba ancora arrivare.
Nessuno ha la capacità di prevedere cosa accadrà in futuro. Solo la storia ci dirà come e quando la crisi sarà finita. Tuttavia focalizzarci sugli elementi che contano ci permette di investire in modo consapevole.
In particolare il crollo potrebbe continuare per tre ragioni. Abbiamo, però, anche tre motivi per essere ottimisti.
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Mercati finanziari: ragioni per un ribasso
Viralità dell’epidemia
L’emergenza sanitaria che è alla base del crollo delle borse non è ancora finita. In breve Trump si aspetta un numero di vittime comprese tra le 100.000 e le 240.000 persone.
In aggiunta il Governatore della California, Newsom, ha stimato che il contagio riguarderà il 56% della popolazione nelle prossime otto settimane. Il premio Nobel Mukwege, invece, annuncia una possibile catastrofe in Africa a causa della mancanza di armi di difesa contro il virus.
La persistenza dell’emergenza sanitaria crea instabilità sui mercati finanziari. A causa di ciò l’indice di volatilità Vix si mantiene su valori vicini ai massimi storici. Solo ad emergenza finita l’economia potrà ripartire, ma secondo alcuni osservatori siamo lontani da quel punto.
Recessione globale
Il blocco di interi sistemi economici avrà un peso sull’andamento del Pil mondiale. In breve, secondo Goldman Sachs, gli Usa registreranno, da soli, un crollo del Prodotto Interno Lordo del 34% nel secondo trimestre.
Il Fondo Monetario Internazionale parla invece di una recessione gravissima, peggiore di quella del 2008. Altri, poi, ipotizzano una depressione come quella che colpì il mondo negli anni ’30.
Una situazione economica in peggioramento non è ancora scontata nelle quotazioni. Di conseguenza, secondo alcuni, i mercati scenderanno ancora.
Politiche monetarie e fiscali inefficaci
Un noto economista affermava che “puoi portare il cavallo alla fonte, ma non puoi obbligarlo a bere“. Le misure di stimolo all’economia, pertanto, sarebbero inefficaci. Esse, infatti, non possono riaccendere la fiducia dei consumatori.
Alcuni economisti parlano di una “tempesta perfetta” in cui i regolatori, Stato e Banche Centrali, possono fare poco o nulla per contrastare la crisi. Gli scenari all’orizzonte, pertanto, sono ignoti e ciò influenza negativamente i mercati, privi di un riferimento.
Mercati finanziari: ragioni per un rialzo
Bassi tassi di interesse
Le Banche Centrali hanno abbassato i tassi di interesse per aiutare l’economia. Oppure hanno deliberato acquisti massicci di titoli del debito pubblico.
A causa di ciò i rendimenti del mercato obbligazionario sono prossimi allo zero. Le obbligazioni non attraggono più le attenzioni degli investitori come una volta. Anzi.
E se il mercato obbligazionario fosse il prossimo a crollare? Investo, la risposta.
La persistenza di un ambiente caratterizzato da bassi tassi di interesse favorisce le azioni. Da un lato queste soffriranno a causa della caduta verticale degli utili nel breve periodo. Tuttavia i dividendi futuri saranno competitivi rispetto ai bassi tassi dei bond.
Chi sostiene questa tesi afferma che davanti a noi ci sono ampi spazi per una risalita del mercato azionario.
Economie resilienti
Il mercato dell’auto in Europa è crollato dell’85% nel solo mese di marzo 2020. Sebbene l’industria automobilistica soffra così tanto, si tratta di un solo settore economico, peraltro “rigido”.
Al contrario, altri settori si stanno ristrutturando rapidamente. Alcuni brand noti hanno potenziato le vendite a domicilio, mentre altri stanno convertendo la propria produzione. Altri, infine, sono così diversificati a livello globale da approfittare dei differenti tempi di uscita dalla crisi nelle diverse regioni.
Alcuni analisti sostengono che la crisi sanitaria costringerà le aziende a rivedere prodotti e processi, grazie ai quali torneranno presto in utile. In uno scenario simile le loro quotazioni risaliranno presto.
La “rottura” del sistemi automatici
I sistemi di negoziazione automatici sono, in parte, i responsabili del crollo delle borse. Molti di essi, infatti, hanno operato a leva, potenziando i profitti nelle fasi di ribasso. Oltre a ciò tutti i “sistemi” hanno venduto allo scoperto favorendo la speculazione ribassista.
Un rimbalzo delle quotazioni “romperebbe” questi sistemi. Poiché essi devono porre un limite alle perdite, gli stessi comprerebbero subito ciò che avevano venduto per chiudere le posizioni.
Il rialzo repentino delle quotazioni aprirebbe una spirale opposta a quella vista sino a qui, facendo ripartire i mercati.
L’eterno duello tra pessimisti ed ottimisti
Oggi più che mai si alternano le previsioni di pessimisti e di ottimisti. I primi sostengono che il mercato debba ancora crollare e che sia il caso di stare fuori dagli investimenti. Gli ottimisti, al contrario, affermano che oggi sia il momento di rischiare, investendo in azioni.
È difficile dire chi avrà ragione. Quel che è certo è che gli investitori intelligenti si stanno rendendo conto che per ottenere risultati stabili dai propri soldi occorre un aiuto. Sia esso sotto una “formazione“, per chi vuole imparare, sia essa una “consulenza” per chi desidera un supporto decisionale.
Think different. Invest differently.
Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari
L'articolo Mercati finanziari in zona rossa proviene da Segreti Bancari.