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Lo Tsunami di Trump Scuote i Mercati

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dazi e reazione dei mercati

Trump alza dal 10% al 25% le tariffe su 200 miliardi di importazioni dalla Cina. E i mercati reagiscono con una rapida discesa.

I Dazi e la Politica Protezionistica del Presidente

Il braccio di ferro tra Stati Uniti e Cina, sembra non placarsi. Nel momento in cui scrivo questo articolo (13 maggio 2019), nuovi dazi sono entrati in vigore su 5.700 categorie di prodotti cinesi.

Se da un lato ammiro la coerenza di Trump nel continuare per la sua strada, il dubbio circa l’efficacia della politica protezionistica infiammano i dibattiti, mentre i mercati scendono generando preoccupazione tra gli investitori.

Per prima cosa occorre dire che l’inasprimento delle tariffe deciso dagli Usa non sarà un fatto isolato. Infatti Pechino probabilmente risponderà con un provvedimento simile finendo con il danneggiare l’economia americana e quella globale.

D’altra parte la Cina è il primo mercato per le vendite di automobili made in Usa. In questo caso la reintroduzione della tassa sui Suv del 25%, affosserebbe il mercato auto. Per non parlare delle conseguenze che i dazi stanno sortendo sull’agricoltura Usa, soprattutto al mercato della soia.

In aggiunta a tutto ciò i dubbi sulla efficacia dei dazi come misura di contenimento del deficit commerciale crescono giorno dopo giorno. Infatti la riduzione delle tasse, l’aumento del deficit pubblico e l’accelerazione della crescita nell’ultimo trimestre negli Usa “pesano” di più dei dazi.

Il braccio di ferro tra le due superpotenze, che insieme rappresentano il 40% del Pil mondiale, dovrà finire prima o poi. Ma la guerra fredda, combattuta a colpi di rialzi nelle tariffe, potrebbe portare ad una implosione dell’economia mondiale, con ricadute sui mercati.

La Reazione delle Borse

C’è una relazione precisa tra dazi e borse. A dire il vero ogni volta in cui i primi crescono, le seconde scendono. La prima volta è accaduto il 22 gennaio 2018, quando arrivò la prima tassa sulle lavatrici di importazione.

La ragione per cui i mercati odiano i dazi è semplice: sebbene essi appaiano come una forma di rilancio dell’economia locale a discapito di quella globale, in un mondo interconnesso gli stessi diventano un pericoloso boomerang.

In altre parole, gli effetti sull’economia Usa non si limiterebbero ad una maggiore domanda interna, ma anche nella fuga degli investimenti esteri, della Cina in particolare. Questi ultimi sono caduti dai 29 miliardi di Dollari del 2017 a 5 miliardi nel 2018.

Dal momento che le notizie arrivano dopo una fase positiva per i mercati, in crescita da inizio gennaio, è lecito chiedersi cosa ci aspetta per i prossimi mesi.

Cosa Aspettarsi nelle Prossime Settimane

Sebbene sia difficile ragionare a ruote ferme in un contesto mondiale in cui le informazioni disponibili rischiano di diventare presto obsolete, a nostro avviso non c’è motivo di preoccuparsi.

Ecco, qui di seguito, un riassunto delle analisi dell’Ufficio Studi di Segreti Bancari, che sono state condivise con gli iscritti al servizio Investment Club.

Indebolimento della Forza Relativa

La forza relativa tra oro e azioni è un indicatore importante circa la salute del mercato azionario. Quando questa è palesemente a favore dell’oro significa che gli investitori stanno correndo verso il bene rifugio per eccellenza, scaricando le azioni.

Sebbene la forza relativa, nel breve termine, sia ancora a favore delle azioni, essa si sta indebolendo. E’ quindi importante capire cosa accadrà nelle prossime settimane. Quello che appare da questo indicatore è un peggioramento del quadro tecnico che ha sostenuto il rialzo degli ultimi mesi.

Mercato Usa in “Panchina”

In aggiunta a quanto detto, osserviamo una divergenza con la curva di Coppock e l’uscita dell’indice Usa dalla banda superiore di Bollinger, calcolata su base mensile:

mercato azionario usa sopravvalutato

La presenza simultanea di questi indicatori, insieme ad un evidente rallentamento atteso nella crescita economica globale, fanno propendere per un ribasso di modesta entità della borsa Usa.

Nonostante i mercati europei e gli “emerging” subiscano un effetto trascinamento indotto dall’andamento dei Wall Street, la situazione tecnica è profondamente diversa.

In entrambi i casi, difatti, le quotazioni sono lontane dalla banda superiore di Bollinger. I margini per una discesa appaiono, quindi, più contenuti.

Storno o Crollo?

Come abbiamo visto, alcuni indicatori suggeriscono un ipercomprato di breve termine sulla borsa americana. Alla luce di ciò le premesse per una prosecuzione del ribasso appena iniziato ci sono, ma abbiamo fondate ragioni per credere che si tratta di uno storno e non di un crash.

Se osserviamo il livello generale di onerosità dei mercati, espresso dagli indici P/E, non notiamo valori degni di nota. Le borse non sono sopravvalutate e anche se una contrazione degli utili farà crescere il rapporto, non dovrebbero esserci problemi.

Se hai impostato correttamente il tuo portafoglio, evitando di correre rischi eccessivi rispetto a quelli che puoi effettivamente correre, non fare nulla in questa fase.

Mentre sono a tua disposizione per domande e approfondimento nei commenti, permettimi di ricordarti che andando nel sito Segretibancari.com troverai preziose risorse che ti aiuteranno a migliorare i rendimenti dei tuoi investimenti e ad investire in modo consapevole, semplice ed indipendente.

Think different, invest differently

Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari

L'articolo Lo Tsunami di Trump Scuote i Mercati proviene da Segreti Bancari.


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